BIF&ST 16 - PAURA DELL'ALBA: tra storia e performance contemporanea
Estate del 1944, durante i 45 giorni della Repubblica Partigiana di Montefiorino siamo in piena guerra civile. Tra Emilia e Toscana il gruppo di partigiani fedeli a Nello Pini, uccidono senza processo un gruppo di miliziani fascisti. "
Paura dell'Alba" di
Enrico Masi rievoca in maniera inusuale i momenti della Resistenza, i corpi degli attori, la performance, il paesaggio riportano a quel passato storico che solo lo scorrere del cinema può far riemergere.
Masi ci regala un film dal sapore nostalgico ed asciutto ,un regista che abbiamo già seguito in altre occasioni proprio per il suo sguardo libero ed inconsueto nel cinema del reale. "
Paura dell'Alba" è un progetto difficile da etichettare e proprio per questo rimane nello spettatore una sensazione di curiosità e di fascinazione specialmente riguardo allo stile e alla forma del prodotto in questione.
Il film ha pochissimi dialoghi, i partigiani e i fascisti sono interpretati da una compagnia di giovani performer e attori che accompagnati dallo sguardo epico del regista, percorrono gli splendidi paesaggi di un teatro naturale. C'è la trasfigurazione poetica della storia, il sapore retrò di un inquadratura cinematografica analogica, in cui si intrecciano suggestioni astratte e momenti di teatro danza come nelle scene della sepoltura dei cadaveri. L’impianto visivo intreccia sequenze fatte in pellicola 35mm e 16mm, che conferiscono ai volti un carattere pittorico ed evocativo, con immagini d’archivio provenienti da vari Istituti Storici della Resistenza.
Enrico Masi vuole iniziare, con "
Paura dell’Alba", un racconto diffuso sulla lotta di Liberazione, che si estenderà oltre i confini italiani, attraversando la Spagna, i Balcani e il Sud della Francia.
27/03/2025, 20:17
Duccio Ricciardelli