UNA VITA DA SOGNO – L'ABBAGLIO - L’animo umano, oltre gli stereotipi
Esordisce nel lungometraggio di fiction
Alessandra Cardone, che dopo aver firmato una serie di corti e documentari, a partire dal 2009, realizza “
Una vita da sogno – L’abbaglio”, nelle sale italiane dal 10 aprile. Ambientato in Puglia il film, che vede nel cast Andrea Simonetti (Upside down, Il commissario Ricciardi) Denise Tantucci (Buio, Tre Piani) e Christopher Backus (Rogue Hostage, Will&Grace) è ispirato ad una storia vera. Quella di Nicola, chef e ristoratore che lavora in un piccolo e splendido borgo della Puglia più profonda, arroccato sulle colline di fronte ad uno specchio di mare dalla bellezza mozzafiato; un uomo rimasto vedovo, nonostante la giovane età, che vive insieme alla figlia diciassettenne, Aqua. La monotonia della vita paesana è sconvolta dall’arrivo di una star di Hollywood, in Puglia per girare uno spot, Johnny Light. L’attore hollywoodiano apprezza molto la cucina del ristorante di Nicola: tra i due nasce una bella e profonda amicizia, che porterà ad esiti imprevisti.
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Una vita da sogno – L’abbaglio”, apparentemente si situa in quella nutrita schiera di film che celebrano la bellezza dei paesaggi italiani e, insieme ad essi, tutti gli stereotipi più amati e noti nel mondo: il buon cibo, la convivialità, l’autenticità delle relazioni e dei sentimenti. Basti citare due serie recentissime targate Netflix, alle quali si potrebbe accostare il film della Cardone: "
Toscana", firmata dal regista iraniano l’opera Medhi Avaz, che racconta dello chef danese Theo, che dopo aver ricevuto in eredità una tenuta nella campagna toscana, troverà nel nostro paese l’amore, amicizie, valori autentici legati al buon cibo, nella cucina dell’antico edificio; e poi "
La dolce villa", di nuovo ambientata in Toscana, nella quale un benestante americano, Eric Field (Scott Foley), arriva in Italia per rimediare ad un’alzata d’ingegno della giovane figlia – comprare una villa in campagna fatiscente ad un euro, per ristrutturala – ma che proprio in Italia troverà una nuova vita, anche qui grazie ad un’attività legata al cibo.
Anche se in questo caso il protagonista venuto da fuori non si ferma in Italia, ma riparte per gli Stati Uniti, nel film si racconta tutta la fascinazione che gli stranieri nutrono solitamente per l’Italia, legata alle relazioni autentiche, ad un cibo che parla di tradizioni antiche. Ma l’apparenza inganna. Anche se gli elementi per cadere nel tranello degli stereotipi ci sono tutti, dai paesaggi naturali alle orecchiette – c’è perfino una vespa (altro cliché italiano) con la quale Nicola si sposta per le stradine a picco sul mare – “Una vita da sogno – L’abbaglio” è un film che sviluppa principalmente, in modo stratificato, le relazioni umane: quella tra padre e figlia; quelle della figlia con le sue amiche; quella tra i due amici improbabili.
E soprattutto il film ha il pregio di mostrare un lato umano dei protagonisti, nei quali tutti si possono identificare: il desiderare quello che non si è e che non si ha. La star di Hollywood, Johnny Light, è alla ricerca di autenticità e amicizia vera, visto che il mondo vacuo dello star system gli offre solo apparenza e superficialità; Nicola è alla ricerca del sogno americano, che lo porti lontano dalla sua claustrofobica dimensione strapaesana. Riusciranno in nostri eroi a trovare quello che stanno cercando e a sentirsi finalmente realizzati? Oppure la felicità sta proprio nella ricerca di un sogno mai realizzato? Un interrogativo aperto, che dà profondità al film.
15/04/2025, 20:55
Elisabetta Vagaggini