Sinossi *: Paolo è disteso sul letto accanto ad Agnese, legge un libro. L’animo di lei è sospeso come quello di chi non riesce a dormire. Paolo percepisce i suoi pensieri e ne alleggerisce il peso col gioco. I due si guardano sorridono, si abbracciano. Poi lei torna a dormire, ci prova. Paolo invece si alza dal letto, lo sguardo di Agnese lascia intuire ciò che ormai sembra un’abitudine.
L’uomo raggiunge la camere dei figli, prima Lucia e Fiammetta, poi Manfredi. Dormono tutti. Sembrano sereni.
Paolo sorride e si allontana verso il divano dove accende la solita sigaretta. In televisione passano le immagini di Capaci. In quel momento il suo umore cambia, alza il telefono, ma è notte fonda, prende l’agenda rossa, la sfoglia qualche istante prima di rimetterla al posto e cercare l’ennesima sigaretta, ma il pacco è vuoto.
Fuori dal palazzo un’auto bianca è parcheggiata davanti l’ingresso, L’uomo esce dall’edificio e si ferma davanti ad essa, con un cappello e una giacca, quasi volesse provare a nascondersi, ma la scorta è lì di fronte a lui e lo guarda. Si fissano tutti per diversi istanti fino al momento in cui la più giovane tra loro, una giovane gli sorride con un cenno della testa favorevole, lo stesso fanno gli altri. Paolo li osserva con malinconia, poi solleva le spalle, come a voler dire, “è andata così”. L’uomo toglie il cappello dalla testa e inizia il suo viaggio per la città, una città che rivede con stupore e che sembra non vedesse da anni.
Il suo cammino tra i tabacchi e i monumenti lo riportano al passato, vicino Piazza Maggione dove giocava da bambino per poi camminare fino all’alba e raggiungere una piccola spiaggia, dove un pescatore e la moglie sono intenti a raccogliere le reti. Paolo si ferma a parlare con loro, in un dialogo che ci riporta alla realtà, alla speranza e alla convinzione, che ciò che è possibile lo diventa solo se si ha il coraggio di vedere!