Sinossi *:
Il film è dedicato a Harburg, sobborgo industriale ormai inglobato nell’ampia zona portuale di Amburgo, ed è suddiviso in tre parti: Outstation, Campsite e Pasture. Seguendo le tracce di un’ipotetica transumanza, ZimmerFrei immagina una città coperta d’erba e invasa da greggi di pecore, come se lo strumento cinema potesse leggere oltre il presente e mostrare il remoto passato o il futuro. Maschen, uno dei principali snodi ferroviari dell’Europa centrale, è visitato di notte, quando i vagoni si muovono da soli come fantasmi e la presenza umana è ancora un’eccezione. Il porto in dismissione è popolato da dormienti occasionali che testimoniano la fine di un’era. Qualcosa giunge alla fine e qualcosa sta iniziando. Se questo processo sia un bene o un male è difficile da stabilire ma la visione ruota imperterrita a 360°. Il terzo capitolo è filmato nel cuore di Harburg, il centro commerciale. Guardata dall’occhio della camera, la piazza diventa un set cinematografico per possibili storie, azioni impreviste, microeventi casuali, l’inizio di una narrazione. I cittadini di Harburg diventano i protagonisti di una rivoluzione spaziale che celebra la densità della vita di tutti giorni.



Note:
Con Aldo il gelataio, Steven Boafo, Mikesch Bouscheri, Horst Döll, André Grobelny, Fred Hermsdorf, Max Hübener, Ricarda Köneke, Sabrin M’Barek, Annika Nirina Nebe, Alexa and Isis Novell, Varinka Schreurs, Jennifer J. Smailes, Jakob Peters, Friedemann Peters, Morton Yoo, gli abitanti di Harburg e con Tim Frauen e Günter Garbers e le loro pecore.

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