Sinossi *: Nico Bonomolo è un giovane pittore e disegnatore di cartoni animati che vive a Bagheria, in provincia di Palermo. Nei suoi disegni c’è un mondo fantastico fatto di luoghi immaginari, personaggi inventati, colori, sogni e ricordi d’infanzia. è proprio seguendo il filo dei ricordi che un giorno Nico decide di tornare a visitare il Museo Etnografico di Palermo, dove era stato da bambino.
Il Museo adesso è chiuso al pubblico per restauro e le migliaia di oggetti sono quasi tutti chiusi in casse e scatoloni. Ognuno di loro racchiude una memoria, racconta una storia, una storia fatta di usi, costumi, credenze, riti. A mettere insieme tutte queste testimonianze è stato un medico palermitano nato nel 1841, Giuseppe Pitrè.
Nico avverte che c’è tutto un mondo da scoprire intorno a lui, a cui forse non ha mai voluto prestare attenzione. Da quel momento sente crescere forte, per la prima volta, il bisogno di confrontarsi con la realtà della sua terra, una realtà difficile e sfuggente ma anche unica e affascinante. Un bisogno che lo spinge a scoprire e disegnare la vita di Giuseppe Pitrè che diventa per lui una guida, un sostegno, uno stimolo.
Il piccolo medico palermitano, di cui ripercorre le tappe della vita, diventa man mano per Nico il punto di partenza da cui trovare la forza per proiettarsi nei luoghi della Sicilia di oggi in un viaggio che lo porta a riscoprire le proprie radici, la propria identità attraverso l’incontro con persone diverse in qualche modo direttamente e idealmente collegate a Pitrè.
Così Nico incontra Peppe, giovane pescatore di pescespada, uno degli ultimi rimasti, che vive a Ganzirri sullo Stretto di Messina, ancora attaccato come i suoi antenati ad un mestiere che rischia di scomparire; il cuntastorie Gaetano che porta in giro per il mondo fino in Scandinavia, un arte che fu di suo nonno; Nico raccoglie la testimonianza di Don Cosimo un prete che in uno dei quartieri più poveri di Palermo, si batte proprio come Pitrè, perché gli ultimi, gli esclusi, quelli che hanno un forte attaccamento alle tradizioni, apprendano gli strumenti per riscattarsi.
E ancora Silvia, una delle tante ragazze siciliane che interpretano santa rosalia nella processione del festino; Nino Cuticchio, puparo, erede della tradizione dei pupi siciliani; Dora, una donna che crede nella superstizione e pratica riti magici. E poi ancora l’incontro con Concettina, una donna italo-americana di ottant’anni, venuta dalla lontana California per rivedere un ultima volta la sua Palermo e donare al Museo Pitrè la coperta che fu della bisnonna.
Il viaggio di Nico si arricchisce di tante voci diverse, le voci della gente di Sicilia. Che sono anche quelle degli ultimi arrivati, dei nuovi siciliani, che invadono i quartieri del centro storico.
Storie diverse che vengono da lontano ma che pongono nuove domande. Una soprattutto, che nasce dalle parole di Mario Affronti, un medico impegnato ad assistere gli immigrati: quante sono le Sicilie oggi? E' per tentare di rispondere a questa domanda, che ci proietta in un possibile futuro di convivenza e pluralità culturale, che Nico prosegue il suo viaggio.
In un percorso in cui convivono insieme, come mostra il documentario, i preziosi documenti lasciati da Pitrè, il desiderio di Nico di disegnare e immaginare altre storie, e il bisogno esplorare e indagare la sua terra con coraggio, immergendosi in profondità in quel mistero che resta per molti la Sicilia.
Note:
La storia del dottor Pitrè, medico palermitano, creatore del primo museo etnografico d’Europa, corre parallela nel viaggio che 100 anni dopo fa Nico, giovane disegnatore, nella Sicilia di oggi.