Sinossi *: In un borgo di montagna immerso nei vigneti, gli abitanti giurano d’essere una grande famiglia, composta da persone attente a proteggersi a vicenda. In realtà, tra i membri della comunità, serpeggia una profonda incapacità nell’esprimere emozioni e desideri. Dominati dalla paura di mostrarsi fragili ed essere derisi, i paesani soffocano i propri sentimenti per essere accettati. Questo modo di rapportarsi con gli altri prende il nome di rispet, una parola dialettale che racchiude i concetti di onore e vergogna. Un codice di regole non scritte, che ha creato un’identità comune intollerante con il diverso.
È proprio il diverso per eccellenza, lo strambo del paese soprannominato “Corvaz” (il corvaccio) per l’abitudine di girovagare canticchiando, a mettere in crisi la comunità. Nicola è una persona spontanea, diretta, che divide il suo tempo tra il duro lavoro nei vigneti del padre e le passeggiate nei boschi in compagnia del cane Toni, suo unico amico.
Una routine semplice rotta dalla morte della madre, internata in una clinica psichiatrica molti anni prima con l’accusa di aver tentato di annegare il figlio. Poco tempo dopo, il paese è turbato da una serie di atti vandalici, di cui Corvaz viene accusato. Il ragazzo trova un’inaspettata comprensione in Mara, l’energica barista del paese, fidanzata con il rampollo di una potente famiglia del luogo. L’amicizia tra i due fa esplodere il rancore della comunità contro Corvaz, colpevole di aver violato il rispet. Quando una spedizione punitiva sfuggita di mano porterà all’incendio dei campi e alla morte del suo cane Toni, Corvaz si ribellerà.