Sinossi *: Sandro De Vito, giornalista, lavora da circa tre anni in una emittente televisiva.
Nonostante i ripetuti sforzi, egli non riesce a vincere la sua connaturata timidezza ed evita in tutti i modi di apparire in video, di condurre programmi ed interviste, relegandosi, così, in un ruolo di secondo piano, di collaborazione nei programmi dei colleghi.
La timidezza di Sandro De Vito, come quella che molti di noi si portano dietro per tutta la vita, è frutto della paura dell'ignoto, scaturisce dal timore che inconsciamente abbiamo dell'altro, da un trauma subito durante l'infanzia.
Il nostro protagonista, nonostante percepisca l'origine psicologica del suo problema, non riesce a superarlo.
Sa bene che il suo lavoro, prima o poi, lo metterà di fronte a situazioni in cui non ci sarà posto per la sua timidezza.
Un bel giorno, è proprio quello che accade .
Il direttore della stazione televisiva lo invita a sostituire un collega, assente per motivi di salute, per un' intervista a un eminente uomo politico; inoltre, gli impone di preparare, entro qualche settimana, un programma televisivo, da condurre in diretta.
Uscito dal colloquio con il suo diretto superiore, Sandro viene preso dal panico e non sa, assolutamente, a che santo votarsi.
La fortuna, però, gli viene incontro.
Assistendo, casualmente, al montaggio di una trasmissione televisiva sull'argomento "timidezza", egli riesce ad ottenere dalla conduttrice del programma il nome ed il numero di telefono di un noto specialista, a cui prontamente si rivolge.
Il tempo a disposizione è veramente poco, ma il medico, un genialoide psicoterapeuta inglese, decide di aiutarlo ugualmente.
Per vincere il momento di panico, che sicuramente potrebbe impadronirsi di Sandro durante l'intervista all'illustre personaggio politico, lo specialista si avvale dell'ipnosi.
Sandro non vedrà nell'interlocutore l'apparente supremazia del suo ruolo pubblico ed istituzionale, ma soltanto ed espressamente quello che egli è: un uomo come tutti gli altri uomini. Lo immaginerà nell'atto di espletare naturali esigenze fisiologiche.
E' il metodo Roosevelt!
Si racconta che Theodore Roosevelt, Presidente degli Stati Uniti, da giovane, per vincere la sua timidezza si sforzava di visualizzare il proprio interlocutore in posizioni che lo rendessero ridicolo ai suoi occhi: nudo, in mutande, ecc....
Ciò lo rendeva psicologicamente più forte, permettendogli di affrontare con maggiore sicurezza le situazioni difficili.
Il nostro genialoide psicoterapeuta enfatizza il suo metodo, ma il concetto rimane il medesimo: Sandro immaginerà l'uomo politico seduto su un enorme water bianco .
Così, egli riesce a fare la sua intervista, grazie anche alla complicità di Susanna, la segretaria di produzione, a cui confesserà il suo dramma.
Anche se ha superato il primo ostacolo, Sandro deve, però, essere in grado di parlare in pubblico e di condurre una trasmissione televisiva.
Susanna lo incoraggia, ma non basta.
Ancora una volta, gli viene in aiuto il suo medico che, in questo caso, utilizza un metodo comportamentale da lui inventato e denominato: "La Spallata".
Sandro viene condotto, a sua insaputa, in un teatro e sospinto sul palcoscenico per parlare davanti al pubblico, formato da persone che con lo stesso metodo sono riusciti a vincere la loro timidezza.
Sotto i riflettori, collegato mediante un auricolare con il suo psicoterapeuta che lo consiglia su come controllare la paura e affrontare questa nuova situazione, incitato ed incoraggiato dal pubblico, Sandro riesce a raccontare la sua storia.
Questo è un notevole passo avanti e viene festeggiato da tutti i presenti.
Egli avverte che sta superando la sua timidezza.
Durante un week-end fuori città con Susanna, Sandro le fa trovare un mazzolino di fiori legato ad un aquilone che lei deve provare a far volare.
Note:
Film realizzato con il contributo del Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali.
Il film è stato girato tra Lazio e Umbria. Il 70 % delle scene sono state girate nel teatro di posa di Ciencittà 3. Il resto delle scene, in esterni o interni al lago di Campagnano, al bosco del Fuscolo a Frascati, in un antico casale ad Est di Roma e all’Eur. Gli studi TV sono di TVR Voxon. Il film è stato girato in pellicola kodak 35mm con materiali, macchinisti e elettricisti di Ciak Italia.
La produzione è durata sei settimane di lavorazione, e altre otto di postproduzione.