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L'Ultima Salita - La Via Crucis di Beniamino Simoni a Cerveno


Regia: Elisabetta Sgarbi
Anno di produzione: 2009
Durata: 64'
Tipologia: documentario
Genere: arte
Paese: Italia
Produzione: Betty Wrong; in collaborazione con Rai Cinema
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Formato di ripresa: HD
Formato di proiezione: Digital Cinema Package (DCP), colore
Titolo originale: L'Ultima Salita - La Via Crucis di Beniamino Simoni a Cerveno

Recensioni di :
- "L'Ultima Salita": il terzo episodio della trilogia sulla scultura sacra di Elisabetta Sgarbi

Sinossi: "L’Ultima Salita – la Via Crucis di Beniamino Simoni" ci porta nel cuore del ’700, in Valle Camonica, dove il Parroco Gualeni commissiona all’artista di Fresine 14 cappelle di statue lignee e di stucco sul Calvario di Cristo.
Il lungometraggio restituisce, per la prima volta, la pienezza della “Scala Santa” della Via Crucis, come doveva essere nell’originario progetto di Simoni. Esso, infatti, non solo fa vedere tutta la siderale distanza tra i manufatti di Simoni, drammatici, tragici, rivoluzionari, dirompenti, e quelli dei Fantoni, sempre depotenziati nelle forme del grottesco; ma il film ricolloca anche il Compianto del Simoni nel luogo in cui doveva essere, la cappella 14 (ora abitata da una scultura ottocentesca): il Compianto sul Cristo morto, ultima stazione della Via Crucis, non fu mai realizzato a Cerveno e, dopo la cacciata del Simoni, fu acquistato, in alterne e sfortunate vicende che durano sino ai giorni nostri, dalla vicina Breno.
Le 13 cappelle più una sono guardate una a una per scovare, di questo “nuovo Willigelmo” che fu il Simoni, quel segno “testardo e senza requie” che fa dei cattivi ladroni, delle “facce memorande di forza, attacco, scontro, ribellione bovina, viscerale, cantinesca” degli assassini e dei flagellatori, il vero Cristo e la vera Madonna.
Come è scolpita e formata la forza viva e sacra del cattivo ladrone che, nell’ultima sua resistenza alla lingua ufficiale, fa la linguaccia al Cristo che è invece smunto e inespressivo, non scolpito, diremmo, figlio comunque di una Chiesa dimentica di sé e della zolla di terra da cui nasce...
Ma il segno del Simoni è, nell’Ultima salita, anche il segno materiale dell’artista; il segno dello scalpello che sta ancora a dirci della sua impenitente ed elaborata fatica. Esso è mostrato nel film, anche là dove il Simoni non avrebbe voluto e dovuto farlo vedere, insieme al visibile, alla faccia dell'opera.
Così, con la stessa irriverenza che è propria del Simoni, la macchina da presa svela della Via Crucis la teatralità volutamente non finita e la trasforma in controimmagine, ma comunque immagine che potenzia la forza esplosiva di questa Via Crucis che ancora parla.

Sito Web: http://

Ambientazione: Cerveno (BS)

"L'Ultima Salita - La Via Crucis di Beniamino Simoni a Cerveno" è stato sostenuto da:
Associazione La Capéle
Comunità Montana di Valle Camonica


Libri correlati:
"L'ultima salita. La via crucis di Cerveno e il compianto di Breno di Beniamino Simoni. Con 2 DVD"
di Elisabetta Sgarbi, Giovanni Reale, 486 pp, Bompiani, 2010
La Via Crucis di Beniamino Simoni ci porta nel cuore del 1700, in Valle Camonica, a Cerveno, dove il Parroco Gualeni commissiona a Beniamino Simoni, artista di Fresine, in Valsaviore, 14 cappelle di statue lignee e di stucco che raccontino il Calvario di Cristo. L'opera di Beniamino Simoni nel Santuario di Cerveno, improvvisamente, si interrompe per essere proseguita, in loco, dai meno talentuosi fratelli Donato e Grazioso Fantoni. E quella che doveva essere l'ultima Stazione della Via Crucis, il Compianto sul Cristo morto, Beniamino Simoni la termina nel vicino paese di Breno, dove tuttora è collocata. Fu Giovanni Testori, nel 1976, il primo a entrare nel misterioso mondo di questo straordinario artista della Valsaviore e il primo a dare una interpretazione non solo storica ma anche ideologica e teologica delle motivazioni che portarono all'abbandono di questo artista dal Santuario di Cerveno. L'analisi di Giovanni Beale prosegue idealmente il solco tracciato da Giovanni Testori. Il libro di Giovanni Beale e il film di Elisabetta Sgarbi si pongono, dunque, come un dialogo a distanza con Giovanni Testori, oltre che con una lunga tradizione filosofica. Il volume è arricchito inoltre da un apparato iconografico realizzato appositamente dal fotografo Andrea Samaritani. Con i contributi di Tahar Ben Jelloun, Bemo Bodei, Emanuele Severino, Vittorio Sgarbi e Giovanni Testori. Il volume contiene inoltre un'Appendice dedicata ad Antonio Stagnoli.
prezzo di copertina: 48,00


Note:
Terzo episodio della trilogia cinematografica sulla scultura sacra: dopo i Compianti in terracotta di Niccolò dell’Arca, Guido Mazzoni, Antonio Begarelli ("Il Pianto della Statua", 2007); dopo Il Gran Teatro Montano del Sacro Monte di Varallo ("Non Chiederci la Parola", 2008);

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