Sinossi *:
Marina Valcarenghi, laureata in giurisprudenza, giornalista e attivista politica negli anni Sessanta e Settanta, nonché psicoanalista nelle carceri, presso i reparti dedicati alla violenza sulle donne, è il soggetto dell'opera di Yuri Ancarani. La sua voce si estende in un monologo, mentre le riprese la ritraggono seduta a una scrivania con fogli, una bottiglia e un orologio da polso, nel cortile Legnaia dell'Università di Milano, dove lei stessa aveva intrapreso la carriera accademica. Le sue parole ripercorrono letture di testimonianze di tribunali, discorsi astrattamente teorici e ferite della vita legate alla sua esperienza sul campo, facendo emergere le paure della società legate alla dicotomia uomo-donna.

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