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Bellaria Film Festival 2011: "La Lista del Console", la storia di Pierantonio Costa un novello Oskar Schindler nell'eccidio in Rwanda-
Speciale Piemonte Movie gLocal Film Festival 2011 - "La lista del console" ricorda la strage del RuandaSinossi *: “In mezzo a tanta violenza e sofferenza qualcosa avevo fatto. Solo questo. Questo, e niente di più.". Sono le parole di Pierantonio Costa, console italiano in Ruanda durante il genocidio, che mettendosi in gioco in prima persona e utilizzando i suoi soldi e le sue conoscenze, ha salvato la vita a circa duemila persone, occidentali e ruandesi, adulti e bambini. Ha viaggiato dentro e fuori il Paese, ha passato innumerevoli volte i posti blocco, con tutti gli inevitabili rischi per la sua vita. Si è fermato solo quando, passando per ancora una volta il confine tra Ruanda e Burundi, gli è stato consigliato vivamente di non tornare indietro, di restare a Bujumbura (capitale del Burundi): sapeva che quella frase significava che, in caso contrario, sarebbe stato ucciso. In quell’ultimo viaggio aveva salvato 375 bambini. Tutto inizia il 7 aprile del 1994 quando all’indomani dell’attentato che costerà la vita al presidente ruandese Juvenal Habyarimana, iniziano i massacri il cui bilancio conterà più di ottocentomila vittime, in maggioranza appartenenti all’etnia tusti. Tutto è durato circa cento giorni. Nel novembre dello stesso anno l’Onu istituirà il tribunale penale internazionale per il Rwanda.
Quindici anni dopo quei terribili giorni che hanno portato la morte a quasi un milione di persone, ripercorriamo la storia di quei momenti attraverso le parole di Pierantonio, di suo figlio e della sua famiglia. Una storia di coraggio e di giustizia, ritornando sui luoghi, e incontrando coloro che devono la vita ad un uomo che ha saputo essere coraggioso in mezzo al terrore. Cercheremo di capire, 15 anni dopo, il Rwanda e tutta la regione dei grandi laghi e come si è saputo potuto e dovuto superare quella tragedia con le testimonianze dei protagonisti di allora e di oggi e con l’aiuto di chi ha provato a capire per non dimenticare una tragedia che ha creato decine di migliaia di orfani e per raccontare un paese bello e straordinario nel cuore dell’Africa. Dice Pierantonio Costa: “Le cicatrici dei sopravvissuti hanno colpito l’immaginazione del mondo intero. Ma a Kigali non aiutano la memoria. Qui se porti addosso i segni del genocidio la gente pensa che tu sia stato semplicemente fortunato. Perché sei ancora vivo”