Sinossi *:
L’Ultima Zingarata. Un funeralone da fargli pigliare un colpo!” racconta la genesi e la realizzazione del cortometraggio “L’Ultima Zingarata”, remake della celebre scena finale di “Amici Miei”, con il funerale del giornalista Giorgio Perozzi, alias Philippe Noiret, celebrato così come auspicò l’attore Gastone Moschin (nel film l’architetto Melandri) per il suo amico Perozzi: “Come vorrei che venisse fuori un funeralone da fargli prendere un colpo (…): e migliaia di persone, tutte a piangere, e corone, telegrammi, bande, bandiere, puttane, militari” (da “AmiciMmiei” 1975).
Perla del documentario è l’intervista inedita a Mario Monicelli. Il regista della commedia italiana racconta, tra aneddoti e curiosità sullo sfondo di "Amici Miei", anche l’origine delle “zingarate”.

NOTIZIE 'L'Ultima Zingarata. Un funeralone da fargli pigliare un colpo!'



Note:
L’Ultima Zingarata. Un funeralone da fargli pigliare un colpo!” si conclude con il cortometraggio “L’Ultima Zingarata”, il funerale del giornalista Giorgio Perozzi, alias Philippe Noiret, come auspicò l’attore Gastone Moschin (nel film l’architetto Melandri) per il suo amico Perozzi, un funerale che fu in realtà semi deserto: “Come vorrei che venisse fuori un funeralone da fargli prendere un colpo (…): e migliaia di persone, tutte a piangere, e corone, telegrammi, bande, bandiere, puttane, militari” (da “Amici Miei” 1975).
Il corto, proiettato nell’ambito delle Giornate degli autori della 67° edizione della Mostra del cinema di Venezia, è stato girato il 6 giugno 2010 in piazza Santo Spirito di Firenze (come nell’originale) alla presenza di oltre un migliaio di “zingari”, fan del cult movie, vestiti a lutto e accorsi spontaneamente da tutta Italia. La clip segue le stesse inquadrature iniziali dell'originale (con poche persone), per poi aprirsi a raccontare un funerale surreale e onirico dove tutti sono vestiti eccentricamente a lutto, per spaziare tra corone di fiori e majorettes, tra bande musicali e giocolieri del Circo Nero, fino agli Hare Krishna a chiudere il corteo. Proprio come avrebbe voluto l’architetto Melandri per il suo caro amico Perozzi. 

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