Sinossi *: Attraverso le testimonianze delle madri che vivono nella terra dilaniata dalla guerra infinita, con il terrore di non veder rientrare a casa i propri figli, vengono mostrati i conflitti e i drammi privati che raccontano la Storia.
Il dolore per la perdita di un figlio, che sia vittima o carnefice, è il più profondo e straziante, ingiusto e incomprensibile. La sofferenza per la perdita di un familiare è universale, non esistono differenze di razza né di credo. Attraverso il riconoscersi in questo dolore è possibile iniziare un nuovo cammino che porti alla comprensione.
Madri israeliane e palestinesi che hanno vissuto questo dramma ci aiuteranno a capire attraverso i loro racconti questa terribile realtà.
Il film della durata di 90 minuti raccoglie testimonianze di vita, momenti quotidiani, filmati di repertorio e materiale video privato inediti; tutto girato e documentato in Israele e in Palestina.
Le madri che testimoniano hanno idee, estrazioni culturali e sociali diverse ma tutte condividono un desiderio: che non ci siano più innocenti a pagare per colpe non loro.
Non un discorso politico o ideologico ma un messaggio che arrivi dritto al cuore di ognuno di noi.
Sono tante le storie che il documentario racconta, dalla mamma di Malki (15 anni, vittima di un kamikaze alla pizzeria Sbarro a Gerusalemme nel 2002) alla madre di Izz, il ventunenne di Jenin autore dell’attentato.
Storie di dolore e di rabbia nella terra dove ora il sentimento del perdono non esiste.
I genitori del “Parents Circle” (l’unica organizzazione che riunisce genitori di vittime palestinesi ed israeliane) ci fanno capire come stanno tentando di migliorare il futuro delle nuove generazioni.