Sinossi *:
Secondo l’ultimo annuario statistico della Chiesa Cattolica, i sacerdoti nel mondo oggi sono poco più di 400.000, mentre le religiose superano di gran lunga le 700.000, senza considerare le monache contemplative. Sono più della metà ma non hanno nessun potere giuridico né decisionale. Nel passato non è stato sempre così. Gesù ha stabilito con loro un rapporto di parità e nella chiesa cristiana primitiva avevano un ruolo di primo piano. Si parla addirittura di diaconesse. Come si è evoluto il legame tra le donne e la Chiesa cattolica? Cosa vogliono oggi le religiose cattoliche? Un percorso attraverso le grande figure femminili che hanno lasciato un segno nella storia della Chiesa. Santa Chiara d’Assisi, che nel ‘200 fonda l’ordine monastico delle Clarisse e stabilisce una regola di povertà assoluta, oggi seguita da circa 20.000 monache in tutto il mondo. O Chiara Lubich, la carismatica fondatrice del Movimento dei Focolari, senza dimenticare il ruolo delle donne dell’Azione Cattolica. Un viaggio nei monasteri, nei luoghi di preghiera come l’Eremo francescano di Campello, fondato da Sorella Maria, dove oggi quattro sorelle vivono insieme senza acqua corrente ed elettricità, e il Monastero della Clarisse di Camerino, che dopo il terremoto del 1997 si sono date da fare per aiutare a ricostruire il convento. “Maria di Magdala. Le donne nella Chiesa”, di Maite Carpio, è un viaggio per raccontare oggi, quella parte della Chiesa che troppo spesso non si sente ascoltata e che chiede di poter avere ruoli di responsabilità. Come le suore americane della Leadership Conference of Women Religious, la potente organizzazione che raduna l’80% delle quasi 60.000 suore americane, e che nel 2008 è stata commissariata dal Vaticano, accusata per le posizioni prese a proposito di temi come aborto, eutanasia e sacerdozio femminile. Un’accurata indagine storica ricorderà i momenti più significativi del rapporto tra le donne e la Santa Sede: la Pacem in Terris di Giovanni XXIII, il Concilio Vaticano II dove partecipano 23 donne che ottengono per la prima volta il libero accesso agli studi di Teologia, finora a loro vietati; la Mulieris Dignitatem o la lettera Ordenatio Sacerdotalis di Giovanni Paolo II che vieta definitivamente il sacerdozio femminile; il rapporto con il femminismo e “il pensiero di genere”, fino alle prime nomine dei sottosegretari donne in alcuni ruoli di responsabilità nel governo della Chiesa.



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