Note di regia del film "Tre Donne Morali"
Ho pensato di realizzare questo film ispirato da un fatto di cronaca. Tempo fa sono stato testimone di un’azione singolare all’interno di un programma televisivo. Il co-protagonista era uno di quei tre/quattro presentatori che si alternano di solito in TV. Questi reggeva tra le mani un vassoio con dei profiteroles al cioccolato e di fronte a lui una fila di ragazze in mutande e reggiseno: lui lanciava il bigné come si lancia un osso ai cani e le ragazze dovevano afferrarlo con la bocca, al volo. Vedendo una striscia di cioccolato rigare il volto di una di queste signorine, mi è subito venuto in mente il "
Salò" di Pasolini. E non perché questa esibizione fosse peggiore o più umiliante di tante altre, ma perché era sicuramente più emblematica: era metaforicamente molto ben rappresentativa della sottomissione a ogni forma che il Potere comanda e al quale ci si sottomette senza reagire. Il paradosso è che nelle intenzioni degli autori del programma questa cosa avrebbe dovuto far ridere, mentre io ho creduto che il viaggio della nuova gioventù nella società dei consumi era arrivato al capolinea, proprio come Pasolini aveva profetizzato trenta anni fa e mi sono chiesto: ma quali insegnanti, ma quali parametri valoriali avranno avuto quelle ragazze? Che cosa significa per loro la parola moralità? (...) Da queste riflessioni è nato il desiderio di scrivere e dirigere "
Tre Donne Morali" e ho immaginato che avessero la chiave segreta per spiegarci (...) come mai siamo arrivati a un punto Zabriskie di degrado.
Marcello Garofalo