Intervista a Bruno Dorella, chitarrista dei
"Ronin", gruppo autore della colonna sonora
del documentario "Vogliamo Anche le Rose"
Ci può parlare del suo gruppo, i "Ronin"?
Bruno Dorella: Le musiche nascono nella mia testa dopo la mia fuoriuscita dai
Wolfango nel 1999, ma nulla si concretizza fino al 2002, quando trovo una band e registro il primo ep ominimo. Una serie di concerti in Italia ed Europa e due album per
Ghost Records fanno seguito, fino alla colonna sonora di "
Vogliamo Anche le Rose".
Il gruppo, appunto, ha firmato le musiche del documentario "Vogliamo Anche le Rose". Come è avvnuto l'incontro con la regista Alina Marazzi?
Bruno Dorella: Gaia Giani di
Mir Cinema ha proposto i
Ronin ad Alina, perchè conosceva la nostra musica e ci riteneva adatti. Alina ha subito apprezzato il nostro ultimo album "
Lemming", tanto che alcune tracce sono incluse nelle musiche del film. Quando ci siamo incontrati ho visto in Alina una persona speciale, ha uno sguardo che ti penetra e ti mette quasi a disagio, ma è anche molto dolce e tranquilla. Insomma, una di quelle persone che hanno qualcosa dentro. Il tipo di persona per cui mi è molto facile lavorare. Profonda e silenziosa ma anche pragmatica.
Come è nata la colonna sonora del documentario? Avete composto le musiche in base alle scene del film ?
Bruno Dorella: Abbiamo composto in varie fasi. Da una demo di circa 20 minuti ho iniziato ad avere le prime idee base, poi ho incontrato Alina e mi ha definitivamente fatto capire la strada che dovevo percorrere. Mi sono soffermato molto su alcune scene, e poi ho composto delle musiche per ognuno dei 3 diari di ragazze che compongono il film. E soprattutto il Tema di
X, una "quarta" ragazza le cui immagini anonime scorrono lungo tutto il film, mi ha particolarmente ossessionato, fino a diventare il tema portante del film, che esplode nei titoli di coda.
Come si "adattano" al mondo femminile, descritto dalla Marazzi nel suo documentario, le musiche che avete composto?
Bruno Dorella: Non so, anche se sono un gigante credo di avere una forte componente femminile, non mi sono nemmeno posto il problema e molte mie amiche mi hanno detto che non credevano che le musiche fossero state composte da un uomo...
La colonna sonora di "Vogliamo Anche le Rose" è anche un album, in uscita per la Warner Chappell Music Italia. Che differenza c'è stata nel comporre questo disco rispetto ai vostri precedenti lavori?
Bruno Dorella: I nostri lavori sono colonne sonore immaginarie. Questa è una colonna sonora vera. Ho dovuto confrontarmi con le esigenze del film e soprattutto con i momenti leggeri e divertenti, che negli altri dischi praticamente mancano.
Che rapporto c'è tra la scena musicale indipendente italiana ed il cinema?
Bruno Dorella: Forse non tanti quanti dovrebbero. Mi vengono in mente i
Gatto Ciliegia che hanno fatto una colonna sonora e alcune sonorizzazioni dei
Larsen, ma poco altro. Il problema in Italia è che c'è una legislazione che fa sì che lavorino sempre gli stessi. Lo sapevate che per avere i fondi pubblici (senza i quali molti film non vedrebbero la luce) bisogna entrare in una graduatoria? Praticamente viene considerato chi lavora al film e quanti punti ha, e con un tot di punti si hanno i fondi. I punti vengono dati solo da premi importanti quali il
Leone di Venezia o il
David di Donatello. Quindi se tu devi fare un film e hai bisogno di fondi devi chiamare uno di questi vincitori di premi, e così hai i punti per i fondi. A me per questo motivo è saltata la colonna sonora dell'ultimo film di Francesca Comencini...
Con quali registi vorreste comporre un'altra colonna sonora?
Bruno Dorella: Alina, le sorelle Comencini e Matteo Garrone in Italia. All'estero... Dai, non fatemi sognare troppo...
Cosa ne pensa del panorama cinematografico italiano del momento?
Bruno Dorella: Avvilente rispetto agli anni 50, 60 e 70. Ma registi come quelli che ho citato prima danno speranze.
12/03/2008, 12:00
Simone Pinchiorri