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Fredo Valla, il trovastorie di montagna


Per gentile concessione del suo autore, Carlo Grande (giornalista de La Stampa e di GQ), pubblichiamo un interessante articolo su Fredo Valla, ideatore del soggetto e co-sceneggiatore del gioiello indipendente "Il Vento Fa Il Suo Giro", il film italiano più premiato ai festival di tutto il mondo tra le uscite in sala del 2007.


Fredo Valla, il trovastorie di montagna
"Il vento fa il suo giro", è stato girato dal bolognese Giorgio Diritti ed è ambientato sulle Alpi occitane, nel Nord-Ovest del Piemonte: è il racconto (crudo, per niente buonista ma pieno di poesia, ecco il miracolo) del drammatico tentativo compiuto da un pastore di insediarsi con la famiglia dalla Francia in una valle cuneese. Una storia-simbolo sulla montagna, sulla ricerca di identità, sull’intolleranza e sulla paura del diverso.

Anima del film è una specie di Ulisse montanaro, un film-maker con l´aria da elfo ma tenace come il granito del Monviso sotto il quale vive: si chiama Fredo Valla, è ideatore del soggetto e co-sceneggiatore, con Diritti, del lungometraggio. Vive a Ostana, in valle Po, è un personaggio schivo e colto, grande "trovastorie": chi scrive gli deve l´input per due romanzi, il medievale "La via dei lupi" e "La cavalcata selvaggia", scritta dopo un memorabile viaggio nel Piccolo Tibet, durante il quale abbiamo rirovato le tracce dei soldati italiani prigionieri degli inglesi.

Il regista-montanaro Fredo Valla conduce una vita secondo i ritmi della natura e del comunicare profondo: quando non è in viaggio, a produrre servizi per la Rai, Valla continua a scrivere sceneggiature, a girare documentari: sta lavorando ad esempio a un film-documentario sul Medusa, un sommergibile italiano affondato durante la Seconda guerra mondiale; sulla vicenda è stato pubblicato il bel romanzo di Pietro Spirito “Un corpo sul fondo”, edito da Guanda.

Ogni mattina Fredo accompagna i figli Peire e Tadej a scuola, cura l´orto, poi si mette al computer e pensa ai film, cesella personaggi, spesso persone che vanno "in direzione ostinata e contraria", che lottano per difendere la loro identità e vivono in simbiosi con la natura. Come François de Bardonnéche, protagonista de “La via dei lupi”, romanzo dal quale - con Barbara Allemand - stiamo scrivendo la sceneggiatura: "Una storia a cui tengo molto - dice Valla - della quale mi piacerebbe girare il film".

E´ poco più di una speranza: un’agenzia americana ha chiesto i diritti di traduzione della sceneggiatura e sta cercando fra le star di Hollywood il protagonista maschile. Ma andrà come deve andare: Valla mantiene i piedi per terra, sa per esperienza quanta fatica occorra per scrivere una bella storia e portarla sullo schermo. Però non molla, come ha sempre fatto. Anche in nome di chi crede nella qualità della cultura e dei sentimenti, nel duro lavoro quotidiano, lontano dai salotti e senza fare troppo chiasso.

08/02/2009, 21:04