A Bari i "Punti di forza del cinema italiano"
L’incontro “
Punti di forza del cinema italiano” è stato aperto da
Massimo Ghini, anche presidente del sindacato attori, che si è intrattenuto a parlare della difficile condizione in cui si trovano a lavorare gli interpreti in Italia, paese dove non esiste un vero star system se non quello solo ultimamente portato all’attenzione dalla televisione soprattutto, e gli attori non vengono sufficientemente valorizzati dal sistema e dai produttori che, sovvenzionati dallo stato, non hanno particolare interesse a rendere visibile il film sovvenzionato ma semplicemente a portarlo a termine.
A seguire sono intervenuti alcuni volti noti del cinema italiano, e cioè
Isabella Ragonese,
Enrico Lo Verso,
Donatella Finocchiaro,
Paolo Briguglia e
Paolo Sassanelli.
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Io è da poco che sono in questo mondo dal momento che, sino a ventisei anni, ho fatto tutt’altro", ha dichiarato
Isabella Ragonese. "
Credo che nei miei colleghi ci sia una grande passione per il loro mestiere, nell’intento nobile e costruttivo di fare più cose possibili, rimboccandosi così le maniche e senza pensare solo alla carriera. . Trovo che le scuole siano importantissime ma poi il cinema lo impari facendolo, “rubando” un po’ di qua e un po’ di là da quello che vedi e dai colleghi che incontri. Credo che il mio primo film Tutta La Vita Davanti è stato, anche da questo punto di vista, una grande scuola".
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Credo che nel mio lavoro devi imparare dalla strada, anche appunto perché il compito più interessante e difficile rimane interpretare le persone normali", ha continuato
Enrico Lo Verso. "
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"Io quando lavoro semplicemente punto molto sul registiae quindi mi piace lavorare con cineasti che conosco e di cui ho stima", ha rivelato Donatella Finocchiaro. "Certo questo non significa che non bisogna correre il rischio di affidarsi a registi all’opera prima che ho comunque sempre piacere di conoscere e considerare".
"Per me è sempre fondamentale il confronto con gli attori che hanno più esperienza di me come per esempio mi è capitato ultimamente con Ennio Fantastichini nel film di Marco Campogiani", ha dichiarato Paolo Briguglia. "Io provo un sentimento di fratellanza e non di competizione nei confronti dei miei colleghi. Lavorare sul set è sempre una esperienza complessa, a volte non conviene nemmeno prepararsi molto sulla sceneggiatura perché poi magari il regista cambia molte cose rispetto a quello che è scritto in sceneggiatura. Bisogna accettare che il cinema funziona in un modo tale che ci costringe ad improvvisare".
"Un attore non finisce mai di studiare, anche se poi è verissimo quello che dice Enrico che la vera scuola è la strada", ha concluso Paolo Sassanelli. "Credo che l’attore per essere tale non deve mai perdere il coraggio di meravigliarsi, e a volte la tecnica deve dimenticarsela. Per me ad esempio i miei più grandi maestri sono stati i miei figli, come si muovevano nei confronti delle loro esperienze è stata una cosa che mi ha insegnato molto. Non bisogna mai dimenticarsi poi che gli attori non sono burattini ma persone particolari che sempre hanno bisogno di essere protetti".
30/01/2010, 20:24
Giovanni Galletta