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"Rapita dal cinema", la Loren dal fotoromanzo al grande schermo


Roberto Baldazzini, studioso di iconografia, ha curato un volume prezioso dedicato alla carriera nel fotoromanzo dell'attrice quando ancora si faceva chiamare Sofia Lazzaro ("Così bella da far resuscitare i morti!", si diceva di lei).


Come si avvicina uno storico dell'immagine come lei a questo progetto?
Roberto Baldazzini: Devo ammettere che il fotoromanzo mi ha influenzato e affascinato sin dal primo momento che l'ho avuto tra le mani. Il primo è stato "Grand Hotel", annate complete riposte in solaio, che ho letto e riletto dall'infanzia alla tarda adolescenza. In seguito, quando mi capitavano sotto agli occhi nei miei pellegrinaggi presso negozianti e bancarelle li acquistavo senza pensarci due volte. La mia ambizione sarebbe quella di sviluppare in più libri la storia del fotoromanzo in Italia, ho molto materiale e per quello che manca è ancora possibile trovare qualcosa presso le case editrici.

Come si è svolta la ricerca del materiale? E' stato difficile?
Roberto Baldazzini: Ha voluto il caso che qualche anno fa io abbia trovato una mole di materiale inaspettato presso un signore, c'erano "Grand Hotel", "Bolero Film" e "Sogno", ho preso tutto. Proprio nella rivista "Sogno", dei primi anni '50, ho scoperto le tre storie con la partecipazione di Sofia Loren, allora Sofia Lazzaro, e una decina di copertine molto, molto carine a lei dedicate. Sapevo che Sofia aveva fatto l'attrice di fotoromanzi ma fino a quel momento non li avevo potuti vedere. L'idea è partita da qua.
Credo che se non avessi avuto i fotoromanzi fisicamente sarebbe stato complicato realizzare un progetto del genere. Infatti le difficoltà sono nate nel momento in cui mi sono messo alla ricerca degli altre due storie pubblicate da "Cine-Illustrato". Su internet presso qualche biblioteca segnalavano la presenza di qualche copia della rivista, ma ho trovato poca disponibilità... Lo stesso Mollica, che poi è stato così gentile da scrivere la prefazione e condividere questa esperienza, aveva solo pochi numeri di "Cine-Illustrato".
Invece, attraverso il circuito dei collezionisti, sono stato molto fortunato a trovare una persona come Piero Fossati, una grande esperto di Sofia Loren e possessore di tanto materiale fotografico. Il suo contributo è stato determinante per completare il libro!

Davvero Sofia Loren è stata così importante per il mondo del fotoromanzo? E perché?
Roberto Baldazzini: Sofia Loren ha rappresentato la ragazza che ce l'ha fatta, che dal niente ha raggiunto un grande successo. La sua gavetta è stata la prova agli occhi del mondo che il fotoromanzo poteva essere una buona palestra per una giovane attrice che cercava di spiccare il volo verso il cinema! Le storie raccontate così per immagini facevano sognare le lettrici. La stessa Lollobrigida apparve nel primo fotoromanzo della rivista "Il mio Sogno", lasciando un segno indelebile nell'immaginario dell'epoca. Ricordo sempre il film "Il segno di Venere" del 1955, nel quale Sofia, cugina di Franca Valeri, aveva avuto la proposta di recitare nei "fumetti", per 5.000 lire al giorno...
Diciamo che il fotoromanzo è stato una “letteratura popolare” molto utile per erudire le masse, a quel tempo, parliamo del primo dopoguerra, con ancora un alto tasso di analfabeti.

Quali sono i suoi prossimi progetti? C'è altro legato al cinema?
Roberto Baldazzini: Strettamente legato al cinema no. Il prossimo libro di ricerca che sto completando si chiamerà "Sexy-Crimen", è la raccolta di tutti i fotoromanzi sexy a ingrediente criminale da "Genius" a "Killing" e "Supersex".
Vuole essere una selezione esauriente delle testate uscite tra gli anni '60 e '80 con la possibilità di spulciare la lettura di un certo numero di pagine; è stato un fenomeno circoscritto e preciso, tutto italiano, direi che vale la pena approfondirlo. Anche questo è sempre materiale proveniente dalle mie collezioni.

12/03/2011, 14:25

Carlo Griseri