Note di regia del film "Il Principe Abusivo"
In molti film che ho interpretato, anche in Benvenuti al Sud prima, e Benvenuti al Nord dopo, ho dato un contributo alla sceneggiatura scrivendo qualcosa di mio. Era un'esigenza che sentivo per donare qualcosa in più al mio personaggio e alla storia in genere.
Dopo queste esperienze molto positive, mi sembrava giusto mettere le mie intuizioni al servizio di un mio progetto. Per questo nasce Il principe abusivo. Nei due precedenti film di Miniero, abbiamo assistito alla grande spaccatura tra Nord e Sud, mentre adesso mi premeva affrontare un tema anch'esso molto sentito, il divario tra ricchezza e povertà. Anche questa era un’esigenza: affrontare le differenze sociali e culturali dei due personaggi, due mondi apparentemente paralleli, che grazie all’amore si avvicinano sempre di più.
Per la prima volta mi sono cimentato alla regia: è stata un'esperienza molto bella, ho lavorato con una squadra affiatata, un gruppo di lavoro molto forte, una troupe stimolata e stimolante che ha subito mostrato un grande entusiasmo. Tutto questo ha facilitato il mio lavoro e sentire questo trasporto quotidiano ha reso più facile il lavoro di tutti noi. Mi hanno accolto con il sorriso e con una grande complicità fin dal primo giorno di set e ci siamo lasciati con gli occhi lucidi quando sono finite le riprese.
Per quanto riguarda il cast, è stato un grandissimo piacere personale riuscire a fare interpretare agli attori i loro ruoli in maniera elegante e garbata. Nella scelta dei protagonisti, non mi sono fatto condizionare da ciò che avevano fatto precedentemente in altri lavori. È stata una sorta di sfida, perché questo film è stato una prova anche per me, al debutto nel doppio ruolo di regista e attore protagonista. Questa sensazione comune ci ha dato la forza di raggiungere lo stesso risultato con uguale determinazione.
Serena Autieri, è stata sempre un’ottima attrice che ha ricoperto ruoli di donna sofisticata. Nella mia sceneggiatura mi piaceva trasformarla in una napoletana autentica, genuina, carnale. Christian De Sica ha spesso interpretato il ruolo del ricco che ostentava il proprio agio, rappresentando un’Italia spesso cinica. La mia sfida personale era fargli interpretare un personaggio tenero, umano. Ho fatto tantissimi provini per cercare una principessa che avesse uno charme e una classe innata. E Sarah Felberbaum è una donna che ha questo talento in modo assolutamente naturale.
La maggior parte delle riprese si sono svolte in Trentino. Ho scelto Merano, perché ha la stessa magia - trasportata al Nord - di Castellabate, un luogo piccolo ma ricco di sensazioni, che donano quel fascino, che era giusto nel mio film e che non avrei potuto trovare in nessun’altra città.
Alessandro Siani