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L'importante discorso di Stefano Rulli al CSC


L'importante discorso di Stefano Rulli al CSC
Consegnati al Centro Sperimentale di Cinematografia i diplomi agli allievi del triennio 2010- 2012. Una grande festa per i ragazzi che inizieranno a fare i conti con il mondo del lavoro in un periodo certamente poco incoraggiante. Il presidente Rulli nel suo discorso ha voluto sottolineare che questo è un giorno di festa e di bilanci per tutti, per gli allievi ma anche per chi si è occupato della loro formazione.

"In questo senso" – dice Stefano Rulli nella sua relazione - c'è da chiedersi se il nome del Centro Sperimentale di Cinematografia -nobile quanto il suo blasone di seconda scuola di cinema nel mondo - sia ancora adeguato a indicare quello che dovrebbe essere per il futuro la sua funzione.

Pensare ancora il cinema come una riserva indiana da preservare dall'estinzione rappresenta una visione miope e perdente degli interessi non di una categoria ma dell'intero Paese. Non bisogna più parlare di cinema, da un punto di vista economico, se non come parte dell'industria dell'audiovisivo e, da un punto di vista culturale, come parte, di eccellenza senza dubbio, ma pur sempre parte, di una narrazione audiovisiva che comprende ormai anche altre forme, non meno significative da un punto di vista estetico.

Una scuola destinata a formare gli autori e i professionisti del futuro non può perciò non porsi il problema di una rivoluzione della didattica che, abbandonando vecchi schemi, sappia estendere il proprio intervento anche a questi nuovi linguaggi.

E in questa direzione intendiamo muoverci favorendo una formazione più articolata che consenta ad ogni autore o professionista diplomato in questa Scuola di sapersi misurare con le diverse forme narrative dell'industria dell'audiovisivo.

Credo altresì vada recuperata una idea della scuola non solo come didattica ma anche come esperienza pedagogica. Il Centro deve perciò lavorare anche a questo, a favorire in ogni allievo il rispetto e l'interesse per l'esperienza creativa degli altri corsi, attraverso alcuni gruppi di lezioni che permettano ad ognuno di apprendere dall'interno l'importanza del contributo creativo dell'altro. In altre parole è fondamentale che un regista per definirsi autore partecipi a una parte del percorso formativo di uno sceneggiatore, perché l'ideazione di un personaggio o di un plot sono cose che riguarderanno da vicino anche lui. E d'altra parte è bene che un attore condivida con un costumista la scoperta della dialettica tra corpo e abito per capire il percorso tecnico-artistico che porta alla definizione di un personaggio. Per non dire di montaggio e sceneggiatura, troppo spesso l'un contro l'altro armati nel contendersi l'anima del regista e per attribuirsi il ruolo decisivo nel risultato artistico finale, che invece possono e devono dialogare.

Il primo anno dovrà dunque servire non solo a conoscere nuove teorie e nuove tecniche ma anche a creare un rapporto solidale tra allievi di diversi corsi, fatto anche di collaborazione e scambio creativo nell'ideazione di progetti comuni. E se il secondo sarà l'anno dell' acquisizione di conoscenze e forme espressive specifiche del proprio settore, il terzo sarà quello dove tutte queste esperienze formative dovranno tradursi in produzioni artistiche, primo fra tutti il saggio finale, ma anche progetti per film di lungometraggio, o concept per serie televisive o per il web, che pongano la creatività dell'allievo a confronto con le aspettative e le valutazioni di chi opera nel mercato dell'audiovisivo, come ad esempio Raicinema o Raifiction.

Per rendere possibile tutto questo è necessario che il Centro non sia più una monade chiusa senza finestre sul mondo, ma si apra al confronto con altre realtà e istituzioni dell'audiovisivo. E in questa direzione ci siamo mossi. I primi risultati ci sembrano confortanti.

Fin da quest'anno abbiamo avviato un progetto triennale di scrittura di soggetti per film lungometraggio in collaborazione con Rai Cinema, che potrà individuare tra le proposte degli allievi, in assoluta autonomia, una alla cui realizzazione potrà partecipare con una quota di investimento produttivo di 150 mila euro. In questa stessa direzione appare di grande importanza l'accordo triennale che abbiamo stilato proprio poche ore fa con la BNL, che garantirà un investimento annuo di 100mila euro sul film di un allievo segnalato dal CSC. Il fatto che la BNL abbia deciso di dar vita a un progetto di finanziamento di questo tipo testimonia ancora una volta la particolare vicinanza di questa banca al cinema italiano, dimostrando -pur in tempi difficili come quelli che viviamo- il coraggio di puntare non tanto o soltanto su prodotti di sicuro successo ma anche e soprattutto sugli autori e sul loro talento, e questo a partire proprio dal momento per loro più difficile, quello dell'esordio.

Altri progetti, altri sperimentazioni didattiche, altri interlocutori di grande prestigio. D'accordo con Raifiction abbiamo avviato un corso di scrittura di concept per web-series. Dei dieci progetti presentati dopo un corso di sei mesi, Raifiction ne ha individuati già alcuni come particolarmente interessanti.

Un'altra occasione di grande importanza sul piano della sperimentazione didattica ci viene offerto da un accordo con Istituto Luce-Cinecittà, che dall'anno prossimo metterà a disposizione dei nostri allievi il prestigioso patrimonio documentario in suo possesso, perchè possano utilizzarlo per elaborare film basati su materiale di repertorio. Grazie alla collaborazione instaurata fin dal mio insediamento con Roberto Ciccutto, credo sarà possibile sperimentare altre forme di sinergia con l'Istituto Luce in un clima culturale rinnovato.

C'è già un protocollo d'intesa cui stanno lavorando da mesi, il nostro Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa e l'Istituto Luce assieme all'Archivio del Movimento Operaio: un accordo per dar vita a un lavoro di catalogazione comune che permetta la massima fruibilità del materiale custodito dai tre rispettivi soggetti, nella prospettiva di creare un portale unificato che renda consultabili le produzioni realizzate a partire dai primi del Novecento sia dall'impresa che dal movimento operaio. Il Portale sarà ovviamente aperto all'adesione di altri archivi di settore perchè diventi sempre più l'Archivio Documentario del Lavoro.

Un altro settore in cui è nostro dovere tornare a svolgere un ruolo importante dopo anni di obiettiva latitanza - perchè peraltro è un compito che ci è attribuito dalla legge - è quello del mondo della scuola. Riprendere assieme ad altri la battaglia per portare l'insegnamento del cinema nelle scuole non è qualcosa per noi di accessorio ma di strategico per favorire non solo la nascita di nuovi autori ma anche di un nuovo pubblico, in grado di accogliere e apprezzare un nuovo cinema. Senza questa battaglia da condurre in tutte le sedi, cercando ovunque interlocutori istituzionali e non - come Regioni, Comuni, province, ma anche associazioni culturali che da anni si battono su questo fronte - tutto è inutile.

Resta da dire che siamo consapevoli, in una fase di difficoltà economica come quella che stiamo attraversando, che la retta annuale di duemila euro, anche se una delle più basse tra quelle praticate nelle scuole europee di eccellenza, può rappresentare un problema rilevante per parte dei nostri allievi, in particolare quelli fuori sede. Per questo ci siamo attivati per reperire risorse finanziarie da assegnare sotto forma di borse di studio a quegli allievi che ne abbiano particolare bisogno. Grazie alla sensibilità della SIAE, che ha messo a disposizione una cifra di 25 mila euro, potremo assegnare prima della fine dell'anno un cospicuo numero di borse di studio di questo tipo tra coloro che ne avranno fatto richiesta. Assieme a quelle, grazie al contributo dell'Anica, della Fondazione Vuitton ed altri enti e persone, attiveremo anche borse di studio per gli allievi più meritevoli. I più meritevoli da un punto di vista didattico, secondo noi, non sono quelli di più sicuro talento, ma quelli che, negli anni, avranno dimostrato la capacità di compiere un percorso formativo più articolato e ricco di altri. Il talento è già premio a se stesso. E noi non siamo qui per cantare le lodi dei più bravi ma per stimolare tutti ad affinare la propria creatività e a vivere il cinema come esperienza umana e artistica, destinata a cambiare, se non la storia degli uomini, i loro sogni e il loro sguardo sul mondo. Ma se, come giusto in un giorno di festa, vi ho fin qui parlato degli elementi di novità e di speranza che questa scuola può esprimere mi pare altrettanto giusto (doveroso) invitarvi a un momento di riflessione su quel mondo più grande in cui vi troverete a operare per cercare di realizzare i vostri progetti, le vostre storie.

In una fase di grande crisi come quella che tutto l'Occidente sta attraversando, l'industria dell'audiovisivo -di cui il cinema è parte di eccellenza- rappresenta uno dei settori strategici decisivi per una ripresa non episodica. Credere nelle potenzialità di questo settore, investirvi risorse, agevolare in tutti i modi un suo sviluppo e rinnovamento, non è il grido di dolore di pochi cineasti allo sbando, ma la rivendicazione orgogliosa di una industria moderna che chiede di poter essere messa nelle condizioni di fare fino in fondo la propria parte per la rinascita del Paese. Per questo mi pare doveroso esprimere la nostra solidarietà a quei lavoratori, autori, attori e produttori che attraverso le loro associazioni e sindacati chiedono il ripristino immediato del tax credit ai livelli già previsti e la sua trasformazione in meccanismo di finanziamento certo anche per il futuro come condizione ineliminabile per il suo sviluppo. Ma sono altresì convinto che sia mio dovere come presidente del CSC denunciare il pericolo di una taglio imminente e pesante alle risorse che ci verranno assegnate all'interno del FUS. Siamo persone realistiche, non crediamo di poter essere posti al riparo da un ridimensionamento dei finanziamenti che coinvolge l'intero settore. E avevamo in tal senso preso alcune misure precauzionali per non farci trovare impreparati. Ma non possiamo accettare un intervento che metta a rischio la possibilità di attuare quel rinnovamento della didattica ormai irrinunciabile. Attuare un taglio lineare di questo genere è d'altra parte in palese contraddizione con la politica annunciata da questo governo, deciso a intervenire salvaguardando quei settori della formazione e della ricerca che devono rappresentare il volano per un rilancio economico e culturale del paese. In questa politica ho personalmente creduto e, in quest'ottica, sono ancora oggi pronto a fare la mia parte. Ma proprio per questa ragione, non intendo condividere le responsabilità di chi sceglie di andare nella direzione opposta, disposto a sacrificare il rinnovamento per far cassa. Il mio lavoro è un altro. Scrivere per il cinema e per la televisione. Ed è un lavoro che amo. Meno di un anno fa ho accettato questo incarico proprio come rappresentante di quel mondo del cinema che per troppo tempo si era visto escluso dal poter intervenire in prima persona sulla formazione che lo riguardava più da vicino. Ma al mio lavoro sono pronto a tornare, anche domani, se sarò costretto ad ammettere che in questo paese, neanche di fronte a una crisi di queste dimensioni, si trova la forza e il coraggio di scommettere sul futuro.

Ho già parlato troppo. Solo un post-scriptum in merito ai nomi prescelti per il diploma honoris causa. Devo ammettere che, se nei progetti di riforma prima accennati, ho cercato di procedere col massimo di imparzialità e di rispetto di tutti i punti di vista, nella scelta delle tre personalità cui assegnare il diploma honoris causa ho svolto un ruolo di parte, al limite della faziosità. Perchè Giorgio Arlorio, Cecilia Mangini e Gianni Amelio non sono per me soltanto persone di indubbio talento e indiscussa trasparenza morale, ma padri e madri e fratelli maggiori da cui ho appreso molto, davvero molto, di quel poco che ho fatto. Su questi tre artisti, difficile per me esprimere un giudizio critico. Posso dire loro solo: grazie


Durante la serata sono intervenuti: l’amministratore delegato della BNL, Fabio Gallia che aveva appena siglato l’accordo con il CSC, ha sottolineato che Bnl da circa 80 anni sostiene l’industria cinematografica e che nell’anno in corso, con il tax credit, ha finanziato 7 film per 2 milioni di euro; l’on. Silvia Costa ha parlato del nuovo Programma Media sottolineando l’apertura delle politiche europee per la cultura e l’audiovisivo. "Un’opportunità anche per il nostro Paese" – ha concluso Silvia Costa - "che entro il 2014 deve attrezzarsi per coglierla pienamente, anche rafforzando le politiche di cooperazione culturale sia attraverso MEDIA sia attraverso accordi bilaterali euromediterranei".

La preside Caterina d’Amico ha poi consegnato i Diplomi Honoris causa a Giorgio Arlorio, Cecilia Mangini e Gianni Amelio, attribuiti con le seguenti motivazioni:

- Gianni Amelio: "Il Centro Sperimentale di Cinematografia conferisce il diploma honoris causa a Gianni Amelio, uno dei più prestigiosi registi italiani del dopoguerra. Quello di Amelio è un percorso lungo e coerente, dalle prime opere televisive a capolavori consacrati dai massimi riconoscimenti internazionali. Il suo lavoro ha offerto e offre una rilettura fondamentale del passato e del presente, nutrita da una passione unica per la storia del cinema, che ha ispirato anche la sua attività di docente di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia".

- Giorgio Arlorio: "Il Centro Sperimentale di Cinematografia conferisce il diploma honoris causa a Giorgio Arlorio, grande sceneggiatore che ha attraversato con un talento multiforme la storia del cinema italiano. Dalla commedia all’italiana al western, con particolare attenzione ai temi civili e politici, Arlorio ha dato il proprio fondamentale contributo a decine di film, con indubbio talento e profondo senso etico che ha riversato anche nella propria attività di docente al Centro Sperimentale di Cinematografia".

- Cecilia Mangini: "Il Centro Sperimentale di Cinematografia conferisce il diploma honoris causa a Cecilia Mangini, figura unica del cinema italiano. Critica e fotografa, tra gli anni ’50 e ’60 ha realizzato alcuni tra i più importanti documentari del nostro cinema, con la collaborazione di intellettuali come Pier Paolo Pasolini ed Ernesto De Martino. Nei decenni il suo lavoro è stato legato a un’appassionata militanza politica e sociale, raccontando spesso la condizione femminile e le evoluzioni e i conflitti del mondo del lavoro".

13/07/2013, 10:36