Note di produzione di "Sarebbe stato facile"
L’idea del film dal titolo “Sarebbe stato facile” nacque allorchè l’attore toscano Graziano Salvadori fu spinto ad una profonda riflessione durante un colloquio con un amico omosessuale che gli fece notare la fortuna, attualmente prerogativa esclusiva degli eterosessuali, di poter formare una famiglia e dare affetto ai figli. Da allora quell’iniziale constatazione si è trasformata in voglia di comprendere; ha preso vita così una ricerca analitica, un viaggio in un mondo sconosciuto, fatto di colloqui con omosessuali, medici e anche avvocati ben disposti a spiegare il complicato mondo delle adozioni. Lo sceneggiatore ha quindi cominciato a scrivere con Mario D’Imporzano (vignettista de Il Vernacoliere) la storia di due coppie gay (due uomini e due donne) che desiderano adottare un figlio al punto di decidere di celebrare fra loro due finti matrimoni incrociati per poter chiedere l’adozione. La storia, che fondamentalmente è una commedia brillante, ha anche risvolti drammatici viste le travagliate vicende a cui devono far fronte i protagonisti desiderosi di creare un loro nucleo familiare. Ambientata inizialmente in un futuro prossimo(siamo nel 2040), durante un pranzo di Natale con i figli adottivi già grandi e consapevoli in cuor loro dell’enorme sacrificio fatto dai genitori, la storia riporta con un flasback lo spettatore indietro nel tempo, al momento dell’incontro delle due coppie e all’inizio delle peripezie che determineranno il destino delle loro vite.