TI RICORDI DI ME? - Un amore problematico
Secondo film da regista per
Rolando Ravello, che conferma come il passaggio dietro alla macchina da presa di molti attori sia, in Italia, una tendenza che funziona. Ma mentre nel primo film, "
Tutti Contro Tutti", si notava una concreta mano da autore, in "
Ti Ricordi di Me?" lo stile personale è meno evidente e allineato a quello degli altri registi di commedie italiane. Meno graffi, più sentimenti certo, ma oltre a questa strada "morbida" c'è anche una serie di scelte standard che rendono i film di questo genere sempre più simili uno all'altro.
A cominciare dal cast, con
Edoardo Leo che, con tre uscite nell'ultimo bimestre, mette in fila tre personaggi protagonista praticamente identici, o meglio, anche se diversi, interpretati allo stesso modo titubante, indeciso, ma simpatico e tenero; in due parole, sempre uguale. Al suo fianco
Ambra Angiolini, anche lei sovraesposta nel ruolo della "scontrosa-nevrotica-che piace", e più in generale in ogni ruolo. Distacco e freddezza non bastano più a dare vita e colore ai personaggi e qualche ruolo più umano le gioverebbe per dimostrare le sue doti di attrice.
Sempre a proposito di cast, da notare per assoluta normalità le interpretazioni di
Paolo Calabresi e Susy Laude ma anche della psicologa
Pia Engleberth o di un sotto utilizzato
Ennio Fantastichini che colgono un'ampia sufficienza ma che non riescono ad aggiungere nulla al film con i loro personaggi.
Rolando Ravello, che in "
Tutti contro Tutti" si era distinto per le superbe scelte per i ruoli minori (il nonno Stefano Altieri ma anche i ragazzi del bar o i vicini di casa), qui si lascia un po' guidare dal gusto senza eccessi del momento mettendo insieme, ad esempio, un gruppo di psicoterapia che meno interessante non si può; interpreti poco incisivi ma anche situazione, confessioni e battute che non raggiungono l'effetto comico che ci si aspetta da una riunione di psicotici.
Scende nella norma anche il contesto borghese, benestante ma difficile da individuare e apprezzare, con scene e costumi (di Alessandro Vannucci e di Giuliana Cau) che condiscono sì una favola, ma che tendono a confondersi con il resto delle proposte cinematografiche di questi ultimi tempi.
Anche se la storia è originale, "
Ti Ricordi di Me?", si stringe troppo sulla storia dei due personaggi principali, rianimandosi nel finale. Quando tutto sembra andare verso l'happy ending, un colpo di scena mette in dubbio l'intera costruzione della storia. Il finale rimane aperto ma forse, la svolta di sceneggiatura (che sicuramente funziona) sarebbe dovuta arrivare prima, avendo una funzione propositiva sulla storia e non così conclusiva.
27/03/2014, 11:42
Stefano Amadio