TI SPOSO MA NON TROPPO - Matrimoni e tanti equivoci
Arrivano direttamente dal teatro sia la commedia sia l'interprete e regista
Gabriele Pignotta. E il sapore di palcoscenico rimane forte anche nella versione cinematografica. Autore anche del soggetto e della sceneggiatura, Pignotta si affida alle gag dai tempi teatrali, alle tematiche del teatro degli equivoci ma anche allo sviluppo della storia e ai personaggi dal profilo poco vicino al cinema.
Pignotta fa un teatro leggero, di successo sì, ma legato a una concezione di pubblico ristretta, con una comicità che gioca sull'amicizia e la familiarità con gli spettatori. Al cinema si perde questa atmosfera di intimità e di immediatezza e molte situazioni e battute perdono smalto veicolate da un mezzo più ricco e difficile da gestire e che per questo rende meno immediati anche i meccanismi della risata.
A parte le tematiche "matrimonio" e "psicoterapia" ormai sfruttatissime nel nostro cinema contemporaneo, gli equivoci costruiti per "
Ti Sposo ma non troppo", funzionano se concentrati su un palcoscenico, capace di dare l'idea di unicità di luogo; se lo svolgimento avviene in luoghi lontani fra loro, e in una grande città come Roma, la casualità di incontri e situazioni è poco plausibile finendo per non far crescere il coinvolgimento.
Il tentativo di raccontare l'amore al tempo di internet sembra datato e in ritardo di almeno 5/10 anni, con la chat per rimorchiare e l'imbranato del computer fucina di doppi sensi che risultano, oggi, decisamente fuori tempo.
Nel cast,
Gabriele Pignotta e la sua voce narrante che probabilmente sostituisce i monologhi della versione teatrale, sembra a suo agio nel personaggio, come
Vanessa Incontrada, simpatica come ai tempi di Zelig. Troppo teatrale
Fabio Avaro che non stenta a centrare le espressioni adatte allo schermo.
Chiara Francini prosegue sulla strada della svampita tutte curve che finché funziona... Credibili sia
Michela Andreozzi sia
Francesco Foti nei ruoli della collega e del fratello.
15/04/2014, 17:48
Stefano Amadio