OMICIDIO ALL'ITALIANA - Finalmente si ride
Maccio Capatonda centra di nuovo l’obiettivo. Mai banale,
"Omicidio all’Italiana" fa ridere e porta una ventata di novità nel panorama delle uscite italiane di quest'anno.
Un insignificante paese dell’entroterra abruzzese, abitato ormai solo da una ventina di anziani, ha la fortuna, grazie alla demente intraprendenza del Sindaco (
Maccio Capatonda) e di suo fratello, il vicesindaco, (
Herbert Ballerina) di poter utilizzare la morte della contessa del paese per attirare l’attenzione dei media e imboccare la strada del rilancio.
Ed è proprio la tv e le trasmissioni che fanno leva sui fatti di sangue e sulle sciagure della gente che il regista e gli sceneggiatori mettono al centro di una critica puntuale che va dal dilagante voyeurismo e dall’indomabile esigenza di apparire fino all'inarrestabile banalità dei potenti.
La conduttrice della trasmissione “Chi l’Acciso”, interpretata da un’ottima
Sabrina Ferilli, prende in mano la situazione, gestendo pubblicamente le indagini al posto della polizia e indirizzandole verso il personale ritorno di audience.
Giochi di parole, strafalcioni, nonsense rendono la comicità di
Maccio Capatonda e del suo gruppo sempre imprevedibile; ma anche il disegno di personaggi surreali e grotteschi, di situazioni originali e stravaganti confermano una ricerca che tende ad allontanarsi da stili e temi che regnano nella commedia italiana. Famiglia, figli, matrimonio, corna (i temi preferiti del nostro cinema fotocopia) se ci sono, vengono descritti in modo critico e acuto.
"
Omicidio all’Italiana" può sembrare, in alcuni momenti, tanto leggero da essere infantile, ma è proprio la bocca più ingenua che riesce a dire le cose più giuste e sensate.
Maccio Capatonda va conosciuto e preso per i suoi colpi di genio surreale che affondano, molto realisticamente, le loro radici profonde in una provincia che forse sa guardare nel modo migliore dentro i mali della nostra società.
22/02/2017, 19:41
Stefano Amadio