SOLDADO - Stefano Sollima al confine tra Texas e Messico
Filmone.
Stefano Sollima si conferma un ottimo regista, ideale per il cinema made in Usa, capace di smuovere risorse (in buona parte italiane) e mettergli a disposizione i mezzi per realizzare un film come
Soldado.
Il film è un sequel o meglio un secondo episodio della guerra non dichiarata che si combatte al confine tra Stati Uniti e Messico, dopo il "
Sicario" firmato da Villeneuve nel 2015. In "
Soldado" tutti gli scrupoli, umani e politici, spariscono. Se
Emily Blunt si chiedeva spesso se fosse giusto agire in modo così poco legittimo per combattere i traffici illegali (uomini e coca), qui
Josh Brolin è lui stesso promotore di un’azione irregolare e oltre i limiti per cercare di arginare il fenomeno.
Nel film di Sollima l’introspezione dei due personaggi principali non serve; a
Benicio Del Toro e Josh Brolin basta uno sguardo, un tono di voce, un taglio di capelli per farci sapere con chi abbiamo a che fare, per farci capire cosa pensa della situazione.
La storia inciampa ogni tanto sui tempi e gli spazi che sembrano dilatati o ristretti a seconda che siano elicotteri, automobili o uomini a muoversi. Ma nel contesto il film scorre come un fiume, in alcuni momenti calmo e continuo in altri rapido e tumultuoso.
Sollima gira perfettamente le scene d’azione e di gruppo (i gruppi non diventano mai massa), sfruttando nel modo migliore un’inquadratura di grande movimento con l’entrata di oggetti (elicotteri, auto) e persone dai lati del campo.
Una guerra che genera così tanti guadagni, non troverà facilmente una fine e se "
Soldado" è il secondo episodio, il finale è costruito in funzione del terzo. In zona c’è parecchio da raccontare.
11/10/2018, 13:36
Stefano Amadio