Christian De Sica e Massimo Boldi
Cinepanettone, volgare, semplice, trito, ma… la coppia
Boldi-De Sica fa un piccolo passo in avanti, anzi due. O meglio due in avanti e uno indietro, ma è già qualcosa.
Dopo 13 anni di separazione la coppia d’oro del cinema natalizio italiano torna insieme. Proprio come le grandi coppie, come
Burton-Taylor, dove Burton è
Massimo Boldi e
Liz Taylor è
Christian De Sica nel suo vestito da sera rosso attillato con tanto di collana e bracciale di pietre preziose. Sì perché De Sica, che è anche regista (ma ne parliamo tra poco), non si lascia sfuggire l’occasione di travestirsi da donnone per infilarsi come badante in casa Boldi, vecchio e ricchissimo, per risolvere il suo problema di lavoro e mandare avanti l’esosa famiglia.
Tra equivoci, travestimenti più o meno divertenti, vaffa che chiudono dialoghi e discussioni, la storia sembra procedere sottile ma costruita con attenzione, credibile nell’assurdità del travestimento di lady De Sica, essenziale ma, nel complesso, senza cali di ritmo.
Le due star si fanno cucire addosso scenette e gag che li hanno resi personaggio, ma mentre
De Sica riesce a strappare qualche risata negli abiti da sciantosa imparruccata,
Boldi continua con le linguacce e i “che dolore!” con cui va avanti ormai da oltre trent’anni non facendo ridere da ventinove.
Ciò che fa la differenza, ad esempio con "
Natale a 5 Stelle" di
Vanzina/Risi, è la voglia di rinnovare il linguaggio, sia di scrittura sia di regia. Dunque, come detto, la sceneggiatura scritta da
Bardani, De Sica, Falcone, Martani (con
Brizzi soggettista) risulta, coi limiti del genere panettonesco, scritta con cura e attenzione.
Ottima, anche qui una spanna sopra al film di
Netflix, la regia dei De Sica, cioè di Christian ma con l’apporto del figlio Brando che gestisce i movimenti di macchina e degli interpreti con la freschezza che manca al film di
Marco Risi che appare statico, fisso ma mai teatrale come dovrebbe essere una commedia degli equivoci ambientata in una suite d’albergo.
Nel cast
Maurizio Casagrande professionista della commedia,
Lunetta Savino che poco apporta al risultato finale del film e
Regina Orioli, figlia spietata di Boldi, che oltre a stonare come una campana lo fa con un accento del nord da far rizzare i peli sulle braccia.
10/12/2018, 16:57
Stefano Amadio