VOSTRO ONORE - Stefano Accorsi, Giudice nei guai
Adattamento dalla serie israeliana “Kvodo” e dell’americana “Your honor”, “Vostro onore” di
Alessandro Casale, scritta da
Donatella Diamanti, Mario Cristiani, Gianluca Gloria, Laura Grimaldi e Paolo Piccirillo, racconta la vicenda del giudice milanese Vittorio Pagani, conosciuto e rispettato per la sua integrità che in seguito a un evento drammatico che vede coinvolto suo figlio Matteo dovrà scegliere fra la fedeltà ai suoi principi e l’istinto più ancestrale di difendere il sangue del suo sangue.
“Era la prima volta che avevo in mano da solo una serie da plasmare con dei pregressi importanti”, ha spiegato il regista, “ho visto solo un episodio della serie americana giusto per capire di cosa parlasse, ma non mi sono fatto assolutamente ispirare neanche dalla serie israeliana. È un adattamento completo, l’abbiamo inventata in una Milano apparentemente priva di violenza ma serpeggiante. Ho avuto la fortuna di avere un cast di altissimo livello, sono stato pignolo lavorando soprattutto sui personaggi, la storia c’era, bisognava lavorare sugli attori in un certo modo. La violenza non è manifesta ma è sottotraccia, questa è la cosa interessante, è una minaccia che rimane sempre lì, sempre senza eccessivi spargimenti di sangue, è più un lavoro psicologico sui personaggi della serie, soprattutto sui due protagonisti, il padre e il figlio”.
Anche per il protagonista
Stefano Accorsi le serie originali non sono state motivo di ispirazione nell’approccio a questo ruolo:
“Io non ho visto la serie israeliana”, ha spiegato l’attore, “e quando ho ricevuto il copione non era ancora stata distribuita quella americana, per me l’unico riferimento è stata la sceneggiatura, l’ho trovata subito molto coinvolgente perché porta il pubblico a chiedersi: “Che cosa farei io in una situazione del genere? È giusto quello che fa questo personaggio? Che cosa si è disposti a fare per un figlio?”. Io ci ho pensato e credo che l’istinto primordiale di un genitore sia quello di salvargli la vita, è qualcosa di atavico, è qualcosa di archetipico, che tende alla tragedia greca: un padre assente, con un ruolo pubblico, un lavoro che ha a che fare con l’etica, con la giustizia, con la morale, investito di un certo onore, che per un caso si trova a spazzare via tutto per salvare la vita del figlio. Questo non rende diabolico il personaggio, arriva magari al machiavellico, ci sono delle cose di fronte alle quali non si riflette più di tanto ma in certi momenti si agisce e basta. Credo che la cosa bella di questa serie è che non cerchi di dare una risposta, la domanda viene continuamente reiterata e la situazione crime è “la palla di neve” che rotolando diventa una valanga, è molto coinvolgente, piena di colpi di scena”.
21/02/2022, 17:09
Caterina Sabato