SETTEMBRE - Tra dramma e commedia per l’emotività
Giulia Louise Steigerwalt ha scritto e diretto "
Settembre" intercettando gli elementi giusti per arrivare al pubblico: “Ho cercato per questo film quello che è il mio genere preferito: il mix tra dramma e commedia. Penso che se dosati bene possono risultare davvero efficaci per far arrivare molto l’emotività. Per me è importante raccontare qualcosa di urgente, anche solo a livello personale. In equilibrio con il senso dell’umorismo e offrendo una nuova prospettiva a chi guarda” ha detto ai giornalisti.
La regista esordiente, già attrice e sceneggiatrice, ha spiegato quanto fosse importante approcciare con i modi e i tempi giusti alla direzione di un film. “La recitazione e la scrittura sono stati dei tasselli importanti per arrivare sul set con il ruolo di regista. “Settembre” è uscito prima con la forma di un cortometraggio, estrapolato dalla sceneggiatura del lungo che già esisteva. Confrontandomi con
Matteo Rovere, regista prima che produttore, abbiamo capito che era importante per me arrivare alla regia con un cortometraggio in cui veniva raccontata solo la storia dei protagonisti più giovani. Il lavoro ci ha soddisfatto ed ha avuto un buon riscontro, così abbiamo deciso di girare il lungo”.
“Settembre” è anche un racconto di solitudini. “La solitudine che viene raccontata nel film è quella che spesso incontriamo nelle vite reali. Si può far parte di una famiglia, di una comunità ed essere una persona che non trova le parole per esprimere quello che in realtà prova: una profonda solitudine, pur essendo immersi nel mondo. Questo è anche quello che accade a Francesca, il mio personaggio”. Ha affermato la protagonista
Barbara Ronchi.
Il film è in grado di far nascere spontaneamente la riflessione su quanto la solitudine sia un elemento importante nella vita, come testimoniato dalle parole di
Fabrizio Bentivoglio: ”Io credo che la solitudine sia un bene prezioso. Senza abusarne, ma bisogna saperla assaggiare. Devi saper stare da solo con i tuoi pensieri senza cadere”. L’attore ha ragionato anche sul profilo e sul ruolo dei maschi nel film. “Secondo me i personaggi maschili sono stati scritti con equilibrio e comprensione. Credo che con il mio Guglielmo si evidenzi un problema della nostra generazione, quello di non aver previsto di invecchiare”.
Alla sua voce si è unita quella di
Andrea Sartoretti, delineando il suo personaggio: “Alberto ama profondamente Francesca. Non la vede più, ma la ama. Ho pensato che lui facesse la stessa identica cosa con la mamma prima di sposarsi e ha semplicemente replicato il suo atteggiamento perché non è mai stato rimproverato, gli hanno sempre lasciato fare”.
In "
Settembre" colpisce sicuramente il rapporto che si crea tra Francesca e Debora, due personaggi sensibili e in grado di trasmettere grande sentimento e complicità. “Io e
Thony non ci eravamo mai incontrate prima, quando ci siamo viste per leggere le scene è nata magicamente un’alchimia” - ha detto Barbara Ronchi - “Leggevamo le battute e ci guardavamo negli occhi, i nostri sguardi sembrava che si cercassero. Come se tra di noi ci fosse già una complicità” ha proseguito Thony, che ha donato un profilo preciso al suo personaggio. “Debora non si accorge della sua solitudine. Ha un estremo bisogno di dare attenzioni, senza accorgersi di non averne. In Francesca trova un piccolo mondo in cui è tutto giusto. C’è un’energia vitale e positiva”.
Una delle tante note positive del film sono le interpretazioni dei protagonisti più giovani, che hanno raccontato che cosa ha significato per loro recitare in “Settembre”: “Recitare per me è una passione. Credo che lo facciano tutti, poi qualcuno in modo più professionale. Durante le riprese del corto ero un po’ bloccato, aver ripreso la storia in un secondo momento mi ha aiutato”. Ha detto
Luca Nozzoli, Sergio nel film.
Insieme a Sergio, la protagonista del corto che ha anticipato l’uscita del film era
Margherita Rebeggiani. “Tornando sul set per girare un po’ mi ha spaventato. Ero preoccupata di non riuscire ad essere la stessa Maria che avevo interpretato nel cortometraggio. Poi, grazie anche all’aiuto prezioso dei consigli di Giulia, è stato più semplice e bello di quanto pensassi.
Recitare per me vuol dire mettere in pausa la vita reale. Quando vesto i panni di un personaggio, in questo caso Maria, cerco di farlo fino in fondo. Quasi come se vivessi un’altra vita. Grazie alla recitazione puoi vivere tutte le vite che vuoi”.
"Il film appartiene a un tipo di cinema necessario in questo momento - ha detto Paolo Del Brocco di Rai Cinema - fatto di sentimenti, profondità. In grado di raccontare la vita senza annoiare. “
Adotta un film” è un’iniziativa ideata da 01 Distribution nel 2015. L'intenzione è quella di “adottare” un’opera prima di un regista esordiente, donando al film la possibilità di presentarsi. È un’idea importante anche per permettere al pubblico di conoscere dei nuovi registi”.
03/05/2022, 07:57
Alessio Garzina