FESTA DEL CINEMA DI ROMA 18 - "Te l'avevo detto"
È dicembre a Roma, quando un'anomala ondata di caldo si impossessa della città. Nell’arco di due giorni i nostri protagonisti vengono messi con le spalle al muro, costretti ad affrontare tutto quello che hanno abilmente evitato nelle loro vite, abituati a usare il sesso, il cibo, le droghe e persino l’amore come via di uscita, adesso non possono più scappare, devono attraversare il caldo e farsi trasformare da esso, ognuno con il suo ritmo, ognuno con la sua voce.
Una ex pornostar si prepara ad esibirsi sul palco dopo tanti anni, una cattolica fanatica medita vendetta, una giovane badante sfoga il suo dolore ingurgitando cibo, un prete ex tossico con la sorella giunta dall’America deve seppellire le ceneri della madre, un’alcolizzata porta via il figlio dalla sua festa di compleanno vagando senza una meta per Roma. Sono anime perse e sull’orlo di una crisi di nervi i protagonisti dell’ultimo film di
Ginevra Elkan (“Magari) "
Te l’avevo detto", ambientato in una (non tanto) distopica Capitale che a pochi giorni dal Natale è soffocata da un caldo asfissiante, la fine per tutti sembra vicina, come è convita Gianna, ossessionata dall’idea del peccato. Sfiniti e grondanti di sudore questi personaggi si perdono in deliri esistenziali, assecondando i loro disturbi e le loro manie, offuscati nella ragione come la foschia che avvolge il film per tutto il tempo, come a voler rappresentare la cecità dei protagonisti che sembrano agire senza un vero scopo, forse ormai tutti stanchi di vivere in un’atmosfera apocalittica.
E senza meta e una chiara direzione sembra lo stesso film di Ginevra Elkan, scritto dalla regista insieme a
Chiara Barzini e Ilaria Bernardini, che rimanda alla memoria il recente “Siccità” di Paolo Virzì, senza avere le stesse intuizioni, la profondità dei personaggi e la carica emotiva. Gianna è interpretata da una
Valeria Bruni Tedeschi eccessiva che ripete il solito personaggio che le abbiamo visto interpretare negli ultimi anni, sopra le righe e psicologicamente instabile; Valeria Golino nei panni di Pupa, cantante e star del cinema a luci rosse, non sembra pienamente in parte. Un’idea fumosa, come la nebbia diffusa nella Roma di Ginevra Elkan, per un film con un ottimo cast e dal grande potenziale che si perde, come si perdono i protagonisti.
21/10/2023, 10:29
Caterina Sabato