ANTONIA - Quando la malattia ti cambia la vita
Una malattia poco conosciuta (in Italia ne soffrono 3 milioni di donne), una protagonista in fuga da se stessa e dal dolore, una giungla urbana ed emotiva. Arriva dal 4 marzo su Prime Video, Antonia, la bella serie in 6 episodi da 30’ diretti da
Chiara Malta e che parla dell’endometriosi come un detonatore capace di dare il via ad una svolta fisica ed esistenziale. Storia di una rinascita al femminile che miscela in bello stile dramma e commedia, la serie- prodotta da Fidelio e Groenlandia- ha per protagonista un’attrice 33enne,
Chiara Martegiani, autrice di soggetto e sceneggiatura con
Elisa Casseri e Carlotta Corradi, e che nella vita reale ha affrontato lo stesso problema del suo personaggio, che proprio nel giorno del suo compleanno litiga con tutti (compreso il compagno di set e della vita
Valerio Masatandrea), perde il lavoro e finisce in ospedale dove le viene diagnostica la malattia invalidante.
Tra macchie di sangue su vestiti fresco lana e viaggi sciamanici, frullatori in regalo e un pollo che si trasforma in gallina come metafora di sopravvivenza (Se non si cambia si muore…), Antonia regala sorrisi ed emozioni in bello stile grazie alla regia energica, moderna e coloratissima della Malta. “Antonia è un personaggio nato dall’esigenza di raccontare la crisi d’identità della mia vita a 31 anni” dice Chiara Martegiani “non sapevo più cosa volevo e proprio mentre scrivevo questa serie terapeutica mi è stata diagnosticata l’endometriosi. Raccontarla è stata una grande occasione per prendermi cura di me e parlare di questa malattia di cui purtroppo ancora si parla poco. Alla fine mi sono riconciliata col mio lavoro e mi sono sentita un’altra donna”.
“Per fortuna ne siamo usciti vivi e siamo ancora insieme” scherza
Valerio Mastandrea, qui anche in versione supervisore creativo. “in Antonia c’è tutta la falsità del cinema, io nella vita non sono proprio come il mio personaggio, un uomo semplice, solido e comprensivo. Manfredi è un maschio non stereotipato che tanta cultura ci ha raccontato. Bisogna sbandierare la fragilità e non vederla come un difetto”. “Io sono 30 anni che interpreto uomini così” continua l’attore romano che confessa di frequentare poco la serialità anche da spettatore “e la complessità di genere va affrontata in modo sano. Dall’altra parte dell’Oceano lo fanno molto peggio di noi”. E sulla gallina, che compare anche nel manifesto accanto alla protagonista, la regista dice che “è stata un collasso dialettico, un nonsense assoluto, una grande deviazione. La presenza assolutamente incongrua di questo animale sul set e nella vita di Antonia ha aiutato tutti ad essere più liberi”.
03/03/2024, 10:21