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Note di regia di "Mondo Altro"


Note di regia di
L’obiettivo di “Mondo Altro” è dimostrare cosa l’artista o il pensatore provino durante l’atto creativo. L’atto creativo di per sé rappresenta una piccola morte, l’opera che, come un vero
figlio, viene partorita dall’artista, ma questo solo dopo un lungo e drammatico processo che lo spinge verso i meandri più profondi del suo inconscio. Ma perchè fa così male esistere e
creare? Perchè ci pone di fronte ai nostri limiti. Il pensatore o il vero artista, non quello narciso, vive continuamente la sua condizione di sofferenza, dovuta alla propria mediocrità: l’unico modo per scamparvi è creare, “buttarsi”. EVA rivive continuamente lo stesso sogno, un sogno che si protrae tante volte quante opere compie. Nel cortometraggio infatti vediamo tre dei suoi sogni, ma in fasi diverse. Del primo vediamo solo la fine (nei primi secondi di cortometraggio), il secondo lo vediamo per intero, mentre del terzo vediamo solo l’inizio. Ogni volta che il sogno finisce lo notiamo con un’inquadratura in cui, con uno zoom-in in soggettiva di Eva, Delta “rientra” fisicamente nel proprio corpo, quindi in Eva. Eva è affaticata, deve trovare la forza per compiere un atto estremo, forza che cercherà continuamente durante tutto il corto e che troverà solo in Delta. Delta è la sua compagna di viaggio, nonché la parte più profonda del suo inconscio, con cui ha un rapporto estremamente complicato. Per certi versi la odia ma per altri le è debitrice: all’inizio infatti non ne sopporta la continua compagnia, è come se la sua presenza le ricordasse continuamente di avere un progetto da dover portare a termine. Eva è perfettamente consapevole, già dal primo respiro, di doversi buttare, cosa che riuscirà a fare solo grazie alla presenza di Delta. In questo mondo dei sogni l’acqua diventa il massimo strumento per poter viaggiare nella profondità dell’essere, ed è tramite l’acqua che Eva vive e muore e affronta l’arte tuffandosi in mare aperto, per poter arrivare nella profondità del mondo Altro, il mondo dell’arte. Questo perchè l’acqua è madre, creazione e rinascita, simboli che diventano realtà ora, in un paesaggio che rappresenta la profondità dell’essere. DELTA è la parte dell’essere che non vive ma è ed esiste dentro di noi.
Il suo nome proviene dalla fase “delta” del sonno, la prima fase di sonno chiamata anche “ad onde lente”, che ci avvicina alla fase Rem, ovvero quella che entra totalmente nell’inconscio. Le onde che creano Delta tramite il sonno sono le stesse che compongono il mare dentro il quale Eva dovrà buttarsi. Ecco che tutto si collega e prende forma, ogni tassello dei due personaggi è connesso al mondo dentro cui le vediamo.

Viola Bartolini