WANTED - Distopia della solitudine
Anche secondo le parole del regista
Fabrizio Ferraro, il suo
Wanted è "un film de- genere", una presa di posizione estetica sulla realta' di oggi, filtrata attraverso la situazione di personaggi chiusi nelle loro solitudini, prigioni auto inflitte, scelte politiche estreme e schiaccianti.
La trama è esile e astratta, succede il fatto misterioso che interi quartieri della città si svuotano di presenze umane, arriva un nuovo ordine che indaga e perseguita. Tre donne si sfiorano, tre vite che si intrecciano, chi è la vittma e chi il carnefice? A me che scrivo vengono in mente le scelte di certi brigatisti, più volte raccontati nel cinema di Bellocchio, immersi in una vita di clandestinità e di lontananza dalla società dei "borghesi".
Qui nel film di Ferraro però la Rivoluzione è impossibile, sembra quasi una società già sconfitta, forse per una nuova Pandemia o per un nuovo Ordine Mondiale o per una dittatura distopica e crudele? Lo spettatore ha però qualche difficoltà a capire il senso di certi personaggi e di alcune scelte narrative, eccessivamente astratte e rigide.
Wanted è sicuramente apprezzabile per la scelta delle location e delle atmosfere, che ci confermano il gusto estetico e la preparazione artistica del regista. Non altrettanto efficace è purtroppo la scrittura dei dialoghi e la direzione dei personaggi, con sequenze che risultano molte volte macchinose e rigide.
Avevamo apprezzato molto Ferraro in suoi film precedenti, nei quali la sua visione originale riusciva a sposarsi maggiormente con la realtà, riuscendo ad immergersi in situazioni paradossali ed interessanti con una maggiore libertà creativa. In
Wanted troviamo un cinema che non scorre e che sembra quasi aver paura di liberare il proprio potenziale narrativo, rimanendo però nascosto, forse addirittura intrappolato da uno stile intrigante e originale.
18/11/2024, 18:38
Duccio Ricciardelli