Sinossi *: Cinque uomini di mezza età dividono una stanza d’ospedale. Adriano è un impiegato, Ciro un fruttivendolo, Guido un professore, Antonio un bancario, Luigi un commerciante di vini, giorno dopo giorno, resi fratelli dalle ristrettezze ospedaliere, diventano amici.
Tutti loro sono costretti alle pietanze senza sale dell’ospedale, ad analisi fastidiose, diagnosi lentissime, dottori arroganti che calpestano la loro dignità, infermieri incapaci, e il tempo che non passa mai.
I pazienti devono vivere nell’ignoranza e aspettare. Queste circostanze stimolano ancora di più la loro fame di vita e di pietanze ricche. Il cibo è il loro unico pensiero di sollievo.
Una discussione fra il primario e il professore, che ha osato chiedere un consulto esterno, induce gli uomini della stanza 104 ad organizzare una ribellione.
Sabato sera, quando il personale è ridottissimo e, per una volta, dopo settimane di prigionia, fare tutto quello che vogliono. Una cena.
Vengono scoperti, ma non rinunciano, si barricano dentro; il primario, gli infermieri, il direttore del reparto, persino la polizia e i giornalisti li assediano.
Nemmeno gli appelli dei parenti, se continueranno a mangiare così si ammazzeranno, li dissuadono.
La 104 tiene duro, rivendicano il diritto di scegliere: niente, né vivere né morire, e tutto quanto accadrà ancora, sembra più importante di finire la loro cena stanotte.