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TORINO FILM FESTIVAL 39 - "Altri Padri"Sinossi *: Giulio, che vive in macchina dopo la separazione, viene fermato dalla polizia che trova una quantità ingente di cocaina nella sua auto. Ciò accade dopo che Giulio si è separato da Annalisa avendone scoperto l’adulterio. Dopo aver lasciato la casa di proprietà, l’ex moglie gli ha reso sempre più difficile vedere i bambini e quando Giulio nega alla donna il permesso di recarsi negli USA, per lavoro, insieme al nuovo compagno e i figli, Annalisa lo accusa di essere violento e per questo chiede una ordinanza restrittiva nei suoi confronti. Una drammatica udienza confermerà il provvedimento. Giulio viene fermato e arrestato subito dopo. In carcere, tuttavia, qualcosa in lui genera la reazione necessaria a ritrovare relazioni sociali con detenuti e istituzioni carcerarie e a intravedere un nuovo orizzonte. Un anno e mezzo dopo la sua entrata a Rebibbia, la poliziotta che lo ha arrestato chiede di vederlo. È l’inizio di un'evoluzione della sua storia personale che porterà ad un insospettabile colpo di scena.
Note:
"Altri Padri" è l’esordio nella finzione del regista Mario Sesti che ha alle sue spalle una lunga attività di giornalista e critico cinematografico (per L’Espresso, Repubblica, Mediaset, Huffington Post, l’ANSA, oltre che essere tra i curatori della Festa del Cinema di Roma) e di documentarista (i suoi film documentari su Fellini, Bertolucci, Berlinguer, sono stati più volte selezionati dai festival di Cannes e Venezia).
Racconta di una vicenda che tocca un tema di rilevanza sociale: più di un terzo degli ospiti italiani dei rifugi della Caritas è costituito da padri la cui separazione provoca la condizione di indigenza e di privazione di una dimora e più di 150mila, solo in Italia, sono i padri che si trovano in condizioni analoghe a quelle del personaggio principale del film.
Si tratta di un fenomeno intorno al quale esiste una diffusa percezione e sensibilità ed è anche questo aspetto che ha spinto Rai Cinema e il MIC a partecipare con la Morol Srl di Gianluca Cerasola, produttore e sceneggiatore del film.
“Buona parte di coloro che finiscono qui a Rebibbia” - dice un operatore culturale che ha collaborato con i fratelli Taviani per "Cesare non deve morire", il film interpretato da detenuti e girato nel carcere romano che ha vinto nel 2012 il Festival di Berlino - “scopre che la prigione può proteggerti da una vita che è diventata troppo dura e ostile”. È proprio quello che succede a Giulio, il protagonista del film "Altri Padri", interpretato da Paolo Briguglia, il quale, a causa di una drammatica separazione dalla moglie, interpretata da Chiara Francini, finisce in carcere. Ma è proprio a Rebibbia che Giulio, che per lavoro fa l’istruttore di vendita per una catena della grande distribuzione, saprà ricostruire il proprio mondo e saprà ritrovare l’equilibrio e la stabilità necessari per scoprire, alla fine, il lavoro di manipolazione e complotto che ne hanno determinato l’incriminazione.