Sinossi *:
Un uomo alla soglia degli ottant’anni (Roberto Herlitzka), rimasto vedovo, coltiva lo studio e una piccola ossessione per il poeta Lucrezio. Vive in collina con il figlio, di recente abbandonato dalla moglie, e il nipote.
Oltre che lo studio, nonostante l’avanzare del tempo, continua ad assecondare il suo corpo e i piaceri legati ad esso. Prende così a frequentare in un quartiere popolare una prostituta d’appartamento (Angela Baraldi), della quale alla fine si innamora intrattenendo a suo modo una relazione.
Un giorno si vede però ritirare la patente di guida, così forza il nipote (Ivan Zerbinati), inizialmente all’oscuro di tutto, ad accompagnarlo agli appuntamenti, finendo per renderlo complice dell’insolito connubio e delle assunzioni di medicinali eccitanti (gli odierni filtri d’amore lucreziani?) con cui si arrischia. Una sorta di epicurea resa dei conti che attua volutamente nei confronti della vita e della morte, tanto da affacciarvisi sul letto d’ospedale, sotto lo sguardo riprovevole di un cardiochirurgo sui generis (Tatti Sanguineti).
Attraverso la voce dei suoi pensieri il vecchio uomo intraprende un viaggio dentro se stesso, nella zona più recondita e profonda dell’animo, in quella che si rivelerà essere la sintesi delle sue riflessioni e dei suoi liberi precetti: l’osservazione lucida e consapevole dello spietato consumarsi dei corpi e di tutte le cose, ma al contempo la ricerca del piacere e la spiegazione del suo attrarre irrimediabilmente l’essere umano, e appunto il suo corpo. Secondo la natura delle cose.

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