Note:
PUNTATE
LA SOBA E IL TEMPIO
puntata 1
Da 1400 anni al tempio Zenkoji di Nagano chiunque voglia pregare trova ospitalità fra i monaci buddisti, che tutte le mattine all’alba pregano con canti, suoni di tamburi e la bonsho, la grande campana. Sei milioni di persone all’anno visitano questo luogo di culto, noto in tutto il Giappone. Da secoli i pellegrini che arrivano stremati dopo giorni e giorni di cammino, trovano al tempio un piatto povero ma nutriente: la soba, gli spaghetti giapponesi fatti con il grano saraceno. Dal tempio prende spunto un viaggio, dal bianco dei campi di soba al verde delle coltivazioni di wasabi, un altro ingrediente caratteristico della cucina giapponese, in continua evoluzione. Da sessant’anni il signor Todokori coltiva il wasabi, coi piedi nell’acqua fredda, come impone per crescere questo “fiore della felicità”, che però fa aspettare fino a sei anni per i suoi semi vitali.
La forza di volontà è quella che ha spinto anche il signor Suzuki a mettersi a coltivare e poi servire in tavola nel suo ristorante la soba, a 70 anni, dopo la pensione.
FRA TÈ E SAMURAI
puntata 2
La cerimonia del tè è un condensato di tradizione e cultura zen che si tramanda da cinque secoli. Armonia, rispetto, purezza, tranquillità sono i principi che guidano il maestro del tè e il suo ospite nella cerimonia, nel corso della quale i partecipanti – purificati tutti gli oggetti della stanza - aspirano a purificare la propria anima. Nell’epoca dei samurai questo era anche un momento politico: perchè nelle sale del tè si poteva parlare con tranquillità, con cuore puro e aperto. Dalla sala del tè nel parco Kenrokuen di Kanazawa inizia il viaggio alla scoperta di questo rito millenario. Tre oggetti ci guidano nel percorso: un elegante vassoio in legno laccato, un colorato biscotto da tè e una tazza in porcellana riccamente decorata.
Guidati dal maestro del té entriamo in botteghe e laboratori.
Qui emerge il fascino estetico, la ricchezza culturale e spirituale che portano alla realizzazione di questi oggetti. Fino a scoprire, attraverso la capo pasticcera Chisato Nakamya, come il rito entri anche nel lavoro di tutti i giorni, che in Giappone è sacro.
LA MONTAGNA INCANTATA
puntata 3
Il monte Tateyama è una delle tre vette sacre del Giappone, con il monte Fuji e il monte Haku. Dall’alto dei suoi 3015 metri, domina gli spiriti dei defunti.
Salire sulla cima di questa montagna comporta una sorta di purificazione, il passaggio dall’inferno al paradiso, un tempo riservato ai soli uomini.
Oggi è Sakai Megumi, la prima guida alpina donna dei monti sacri giapponesi, a condurre i viaggiatori alla scoperta di queste montagne.
Qui è nata una corrente religiosa che imponeva di non mangiare carni e così i ristoranti della zona ancora oggi propongono ricette preparate con le erbe sacre della montagna. A meno di 50 km dal Tateyama c’è il mare, su cui si affaccia la città di Toyama. Qui si pesca il raro gambero bianco, che finisce nei costosi piatti dei sushi bar. La pesca, in tempi di crisi economica, si è rivelata un lavoro oggi ambito in Giappone e chi, come Wamamoto, ha intrapreso anni fa questa strada, oggi ne porta a casa i frutti.
IL NETTARE DEGLI DEI
puntata 4
Il riso è l’alimento base della cucina giapponese. Se l’agricoltura è marginale nell’economia dell’isola, perchè solo un decimo dei terreni sono coltivabili, le risaie occupano la maggior parte dei campi.
Il “cibo degli dei”, dà origine ad una bevanda che si trova non solo nei bar e ristoranti, ma anche in tutti i templi shintoisti del Giappone: il sakè, “il nettare degli dei”.
Anche il dojo, il cerchio sacro in cui si svolge il combattimento dei lottatori di sumo, è circondato da piccoli altari contenenti bottiglie di saké.
Il sumo in Giappone non è solo uno sport, ma un rito collettivo: gli atleti – gli unici a cui è consentito portare il codino come gli antichi samurai - si allenano insieme tutti i giorni e insieme si preparano il cibo, da consumare accompagnato, naturalmente, dal saké, la bevanda che, si dice, unisce le divinità e le persone comuni.
Un viaggio dai meravigliosi paesaggi disegnati dalle risaie, ai villaggi di montagna dove ogni occasione è buona per consumare la bevanda più caratteristica dell’isola; dai templi, dove segna la fine dei riti religiosi, fino ai locali di Tokyo, dove il sake diventa, più semplicemente, vino di riso.
LA CUCINA GIAPPONESE
puntata 5
Fra tradizione e innovazione, dalle campagne alle città, il Giappone è in continua
evoluzione e così la sua cucina, gli ingredienti che si usano e il modo in cui vengono preparati i piatti.
Un viaggio che parte da Kanazawa dove Matteo e Silvia hanno deciso di vivere e aprire il loro ristorante di cucina fusion, a chilometro zero.
Passando per Tokyo e i suoi antichi vicoli, che hanno resistito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e dove è possibile gustare specialità locali con un buon sakè.
Arrivando ai piccoli mercati che ormai stanno scomparendo, come quello di Wajima, dove campeggiano ancora il pesce secco e le verdure fresche, per andare a quella che è considerata la borsa mondiale del tonno rosso, il mercato ittico di Tokyo, la capitale del sol levante con i suoi mille ristoranti di sushi.
Per poi arrivare sulle montagne, dove Alessio, un sardo tenace ha aperto la sua pizzeria conquistando i suoi concittadini con la classica margherita.
RITUALITÀ E MODERNITÀ
puntata 6
Le apparenti grandi contraddizioni del Giappone: dal silenzio dei monti sacri alla vita frenetica della capitale, Tokyo, che ogni giorno accoglie 35 milioni di persone. Dai templi più antichi, come lo Zenkoji, con 1400 anni di storia, a un luogo di culto nel centro di Fukui, amministrato da una sacerdotessa scintoista, Jasue Fukujama: in Giappone le donne che scelgono la via del sacerdozio sono sempre più numerose.
Le radici della terra del Sol Levante affondano anche nelle religioni, fra scintoismo, buddismo e la minoranza cristiana radicata qui da 5 secoli: religioni spesso mischiate tra loro, con i templi uno accanto all’altro.
La spiritualità è ad ogni angolo delle grandi metropoli, con altari e templi vicino ai mercati, all’ingresso dei villaggi e anche tra le mura domestiche: in molte case giapponesi ancora oggi c’è un altare dedicato agli antenati e alle divinità.
E poi c’è la religione della montagna, tateya mandara, nata intorno a uno dei tre monti sacri del Giappone, il Tateyama.
La credenza, fin dai tempi antichi, è che l’anima dei morti debba dirigersi verso la
montagna. Di qui il senso del pellegrinaggio dei vivi sulla montagna: per mettersi in qualche modo in contatto col mondo dell’al di là.