Sinossi *: La vita e l'opera di Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale dei Carabinieri. Dal primo incarico siciliano al ritorno come prefetto antimafia, passando per la lotta all'organizzazione delle Brigate Rosse.
Note:
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
Soldato del Regio Esercito e, dopo l'8 settembre, partigiano nelle file delle Brigate Popolari che libereranno l'Italia, combatte nelle Marche e partecipa alla liberazione d'Italia il 25 aprile 1945.
Dopo la Seconda guerra mondiale, nell'Italia Repubblicana, si arruola nei Carabinieri e subito si distingue nella lotta al terrorismo e al crimine organizzato.
Negli Anni ‘60 viene mandato in Sicilia, dove combatte Cosa Nostra indagando sugli omicidi di Placido Rizzotto, sulle stragi commesse dal Clan dei Corleonesi e sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro.
Nel 1974 viene mandato nel Nord Italia per combattere le Brigate Rosse: le sue indagini portano all'arresto di Renato Curcio e di Alberto Franceschini. Mentre il generale sta svolgendo delle indagini sul Sequestro Moro, muore la moglie Dora. Dalla Chiesa prosegue la sua lotta e contribuisce alla sconfitta politica e militare delle BR. Proprio in seguito a questi successi, viene mandato a Palermo per combattere la Mafia.
Conosce Emanuela Setti Carraro, che sposa nonostante i pareri contrari dei figli, i quali nei mesi successivi si riappacificheranno con la giovane donna.
Torna a Palermo come Prefetto, ma lo Stato italiano, che lo aveva aiutato nella lotta contro gli estremismi politici dandogli il permesso di usare tutti i poteri che aveva a disposizione, gli dà un appoggio minore, arrivando pure a osteggiarlo, a eccezione del Presidente Sandro Pertini, che lo sostiene fermamente.
Dalla Chiesa è solo, sia a livello legislativo, sia a livello militare: gli viene negata una scorta adeguata.
Viene ucciso, insieme alla moglie e all'agente di scorta, in un agguato tesogli il 3 settembre 1982, nel centro di Palermo.