Sinossi *:
"Il Profumo del Mirto" è un documentario cinematografico di creazione, dove il racconto del protagonista, un bizzarro e simpatico pastore sardo quarantenne, Francesco Mattu detto “Kiodo”, ci trasporta dalla sua infanzia in Sardegna, sino ai giorni attuali in Val Tramontina, in Friuli Venezia Giulia, dove risiede da oltre un decennio.
Un racconto incentrato su dei continui flashback narrativi accompagnati dalla sua particolare voce narrante. Una vita di emozionanti ricordi, che toccano l'essenzialità e la povertà del piccolo Francesco e della sua gioventù, dove ogni piccola insignificante cosa che lo circondava aveva un immenso valore. Una vita libera, nella natura più incontaminata, fra le sue amate pecore e gli asinelli, il
piccolo mangia nastri sempre con lui, i canti e la musica tradizionale locale, i riti ancestrali che accompagnavano la comunità di Ovodda, nel centro della Barbagia in un tempo non molto lontano.
A scuola Francesco ci andava assai poco, e le maestre chiudevano più di un occhio quando appena terminato l'appello, lo vedevano sgattaiolare dalla finestra per andare ad accudire il suo gregge di pecore al pascolo a qualche chilometro dal centro del paese.
Rientrava però puntualmente qualche minuto prima della campanella della quattro come per “timbrare il cartellino”...
Lo sapevano tutti. Dagli anziani genitori al fratello. Francesco era un bambino particolare, un piccolo uomo ribelle, che voleva dimostrarsi autonomo ed indipendente e che voleva vivere così. La sua scuola era la natura. E nessuno gli poteva dare contro.
Ricordi indelebili che continuamente ritornano oggi, nella vita quotidiana di Francesco.
I primi anni lontano da casa con molte ovvie difficoltà e pochi amici, ora circondato da affetto e stima, non solamente per gli inimitabili prodotti che riesce a creare dal suo piccolo gregge di nemmeno 50 pecore, ma per la genuinità e l'altruismo che dimostra, a tutti coloro che si avvicinano alla sua stalla.
Un maialino, un agnello o una pecora bollita sono sempre pronti per essere condivisi con i nuovi avventori che si recano a fargli visita.
L'essenziale nella sua umile dimora: qualche bottiglia di Cannonau, Mirto e Filu Ferru artigianali, erbe ed essenze aromatiche dai misteriosi profumi, Pane Carasau, formaggi di svariate stagionature, l’immancabile cassa di Ichnusa, uno stereo sempre acceso.
Si respira così da qualche anno un po' di Sardegna anche in Val Tramontina a oltre mille chilometri di distanza, dove immancabilmente da qualche anno si
sente passare in piazza uno sgangherato e inconfondibile Garelli accompagnato dall'echeggiare della sua stupenda voce, che intona qualche passaggio
melodico della sua terra lontana.
Questa affascinante storia di vita si concluderà con il realizzarsi di un suo sogno che insegue da diversi anni: ritornare in paese per il “Mercoledì delle Ceneri” di Ovodda, uno dei carnevali più pazzi e bizzarri della Sardegna e forse del Mondo. Lo farà grazie a due amici e complici friulani, che in cambio della sua guida… lo traghetteranno in Sardegna.

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