Sinossi *: Puglia immediato dopoguerra: Giordano Ricci è un omone dalla barba ispida che smina i campi di Torre Canne. Nessuno si oppone a questa sua attività perché a causa di “certe malinconie passate a cui i medici non hanno saputo trovare rimedio neanche con la scossa” Giordano è da tutti considerato un malato di mente – in quanto tale più sacrificabile di una persona sana. Le uniche a preoccuparsi sono le vecchie zie che gestiscono la fabbrica di confetti di famiglia. La vita di Giordano cambia all’improvviso con l’arrivo di una lettera da Bologna. La mittente è sua cognata Lilliana, vedova di suo fratello da pochi mesi, amata segretamente durante l’adolescenza. Giordano, felice, non esita ad invitarla nella grande masseria di Torre Canne suscitando le ire delle zie...
Note:
Il film è tratto da uno spunto autobiografico del regista. La coppia formata da Liliana e lo scapestrato figlioletto è legata ai ricordi dell'adolescenza di Pupi Avati. Infatti la madre del regista rimase vedova piuttosto giovane ed amiche e parenti la spingevano a rifarsi una nuova vita ed a conoscere uomini nonostante la sua ritrosia. La madre usava il piccolo Pupi per "coprire la ritirata" in caso di incontri con pretendenti inadatti.