Note di regia del film "Non Sono Io"
Nel 1998, alla fine degli studi presso la scuola di cinema di Lodz, mi sono chiesto cosa avrei fatto e dove. La risposta era scritta dentro di me: fare un film e lì, in Polonia. Quel mondo mi aveva contagiato, si era sedimentato nella mia anima. Ormai era parte di me. Lentamente mi era nata dentro l'esigenza di raccontare quella realtà, di mostrare ad altri quelle immagini ormai a me così familiari. Così è nata l'idea portante del film: un italiano arriva in Polonia per cambiare vita ...
Perché ho scelto la Polonia
Quando ancora lavoravo nell'industria come manager, la passione per il cinema mi stava divorando: frequentavo giornalmente tutti i cineclub romani, ogni rassegna, conferenza, letture di ogni genere. Un giorno, passando davanti ad un cinema vidi la locandina di un allora quasi sconosciuto regista polacco e, spinto dalla mia insaziabile curiosità, entrai. Era "Non desiderare la donna d'altri" di Kieslowski. Fu un colpo di fulmine. Seguirono il Decalogo, i primi film e i documentari, infine la trilogia dei colori. Leggevo le biografie dei grandi registi e scoprii che Kieslowski aveva studiato alla Scuola di Cinema di Lodz. E così Polanski, altro mio regista cult. Al festival di Venezia del '93 conobbi un giovane regista polacco, Mariusz Grzegorzek. Ero ad punto cruciale della mia vita. Vivevo due vite in una. Da una parte la solidità di un lavoro gratificante e ben pagato, dall'altra le incertezze ma soprattutto il fascino incantatore del cinema, la regia. Mariusz si offrì di aiutarmi a percorrere quella più difficile. Era un docente della Scuola di Lodz, e mi propose di andare lì e di iniziare gli studi. Vidi una premonizione in questo strano incontro, capii che era giunto il momento di prendere una decisione radicale. Abbandonai il lavoro e partii per Lodz nel settembre 1994.
Il mio rapporto con la Polonia e con il cinema polacco
La Polonia è la terra dove ho ritrovato me stesso. Il silenzio che vi regna, la solitudine, il ghiaccio, il buio dell'inverno, hanno scavato nella mia anima i solchi del mio nuovo essere.
Ho avuto la fortuna di incontrare il maestro Kieslowski che insegnò per un anno alla Scuola prima di morire prematuramente nel marzo '96. Un grande artista come Jerzy Stuhr, attore straordinario, grande amico di Kieslowski, da alcuni anni regista di film apprezzati da pubblico e critica, mi offrì la possibilità di lavorare con lui ed ora ci lega un rapporto di sincera stima ed amicizia.
Molti dei miei compagni di studi sono ora i registi del cinema polacco di oggi, un cinema che fatica a ritrovare se stesso, come avviene dopo ogni cambiamento rivoluzionario.