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Intervista ad Antonio Bocola sul film "Fame Chimica"


Intervista ad Antonio Bocola sul film
Il regista Antonio Bocola
Antonio, come è nata l’idea di questo film?
Antonio Bocola: Nasce da un corto girato nel 1997. Si trattava di un documentario che finiva con questa frase “Abbiamo 20 ormai. Le cose che dovevamo fare le abbiamo fatte. Ora tocca agli altri”. Ci aveva sconvolto l’idea che dei giovani a 20 anni si sentissero già finiti e non vedessero nessun futuro davanti a loro. Abbiamo deciso di partire da questa frase con un'“inchiesta” e dal risultato è nato il film. La periferia con l’illegalità diffusa, l’incomunicabilità danno un senso di termine, di fine anticipata. Abbiamo potuto capire così le dinamiche e le abbiamo raccontate accostandole ad un vissuto.

Il tema della vita in “periferia” è uno degli argomenti centrali del film. Sicuramente è stata una delle ragioni del successo in Francia ripensando anche al problema della “banlieu”…
Antonio Bocola: Sì, in Francia il film è andato benissimo. Oltre al festival di Les Mureaux abbiamo vinto il festival di Annecy. Abbiamo cercato di connotare il più possibile la periferia dal punto di vista musicale. Volevamo che fosse riconoscibile il carattere mediterraneo per questo abbiamo inserito le musiche di Luca Perisco dei 99 Posse. Inoltre Pino Daniele ci ha donato una sua canzone: “Ah disperata vita”. E’ un bellissimo madrigale del‘400.

La “periferia” che si vede nel film mi ha ricordato questi “non-luoghi”…
Antonio Bocola: Sì, infatti volevamo fotografare un qualsiasi agglomerato urbano. I temi presenti sono quelli che si trovano in ogni città, universali e trasversali.
Ad esempio la richiesta di sicurezza che arriva a richiedere la costruzione di recinzioni.
Questo è un aspetto che ci ha molto colpito. La necessità di costruire una “gabbia” che poi è un fatto molto attuale, basta pensare a quanto è successo a Padova o che comunque succede in molte città. Alla fine non si capisce bene chi sia dentro e chi sia fuori da questa gabbia e questa è anche l’immagine che abbiamo dato nel film. Mi sembra una sconfitta per tutti.

Un altro aspetto importante riguarda la realizzazione del film…
Antonio Bocola: Il film è costato 650.000 Euro e non ha ricevuto nessun aiuto statale. Abbiamo creato una joint-venture con varie associazioni e privati che hanno finanziato il film. Gli attori hanno lavorato al 50% del loro cachet investendo il restante 50% nel film stesso. Quella è la loro quota e quindi sono in parte “proprietari” anche loro del film. Il film è uscito in sette copie ed ha avuto una distribuzione sporadica. So che a Milano è stato il film più visto per quattro settimane. Per ora siamo in pareggio coi conti…attendiamo che venga trasmesso in tv nelle reti in chiaro. Però mi piace pensare al "valore collettivo" di questo film, alla partecipazione di tutti e al fatto che abbia permesso di mostrare dinamiche difficilmente visibili.

12/04/2007

Marcello Guidetti