Fondazione Fare Cinema
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Note di regia del documentario "Mammaliturchi!"


Note di regia del documentario
Il protagonista è un ex centro d’accoglienza chiuso da qualche anno per gli scandali dovuti al trattamento degli ospiti.
Il film non vuole essere un attacco ai carnefici, né un compatimento delle vittime, non vuol essere una critica ad un metodo sbagliato, né un calcio ad una legge che ha permesso di creare nuove prigioni mutando il significato del termine ‘ospitalità’: una visione d’apnea documenta con occhio vitreo l’enorme relitto inabissato in cui tutto è sospeso come in un fondale cullato dalle acque…è come se uno dei tanti cadaveri custoditi del Mediterraneo s’aggirasse clandestinamente tra le piastrelle bianche di questo corpo profanato.
I lentissimi movimenti di macchina inscrivono le macerie nella purezza formale dell’inquadratura: è l’eco del rigore abusato che scontra violentemente l’archeologia delle vite qui stipate.
Ciò che è successo è solo uno dei tasselli che compongono un mosaico ancora più grande, l’intento allora, è scagliare un sasso all’impossibilità di modificare la propria esistenza, tirare un urlo al cielo mentre un liquido velo amalgama il tutto in tonalità pastello rosacelesti, sfarinando l’architettura con i resti d’umanità, pezzi d’arredo con drammi indelebili.

… a queste profondità vana è l’attesa del sole…

Carlo Michele Schirinzi