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Note di regia di "Something Good"


Note di regia di
Nel film che ho voluto realizzare sono due i temi che costituiscono il tessuto del racconto: le sofisticazioni alimentari e l’amore nel senso più assoluto e alto del termine, quello capace di cambiare la vita di chi lo vive, stravolgendo completamente ogni criterio logico.
Le sofisticazioni alimentari sono un tema attualissimo per la tragicità con cui ogni giorno vengono riportate sui giornali, sia in Europa che in tutto il mondo; morti sospette o virus conclamati sono troppo spesso il risultato di contraffazioni di alimenti.
Nella stesura narrativa è rappresentativo l’incontro-scontro fra Occidente e Oriente. Da una parte c’è un Occidente che sente il peso del suo ruolo, forte di una storicità che gli ha permesso un progresso nei secoli, dall’altra un Oriente solo apparentemente addormentato sotto le ceneri di dittature assolute, che invece è una potenza con molta voglia di un riscatto e di crescita.
La vicenda umana si sviluppa attraverso una trama che gli americani definirebbero una redemption story, che poggia su un tessuto sociale di grande spessore e coinvolgimento emotivo. Con colpi di scena e sequenze animate si arriva ad una svolta, che è al tempo stesso una redenzione ed una rivincita.
Il percorso del personaggio principale è complesso; è un uomo che unisce nefandezza e innocenza, convinto di farcela sempre e comunque. Un personaggio che raggiunge nella sua cialtroneria un suo cupo eroismo, ma che brilla della sua redenzione finale.
Xiwen, invece, è una donna che la vita ha messo a dura prova con la perdita del figlio, dalla quale però è riuscita a trarre una forza fuori dal comune.
Due personaggi in aperta antitesi, che invece rimangono catturati da un grande amore, più forte di tutto il male che li circonda.

Ho voluto dedicare una cura particolare all’ambientazione delle scene. La scelta dei luoghi è studiata fra l’Italia e Hong Kong con approfondite ricerche sui luoghi da utilizzare per rendere al meglio il fenomeno delle sofisticazioni alimentari e il mito della Cina: un grande paese moderno dove l’impetuoso sviluppo economico degli ultimi decenni pare aver “capovolto” le regole del progresso civile a favore di pratiche illecite finalizzate al deterioramento e alla falsificazione della qualità.
La contraffazione alimentare ha raggiunto volumi d’affari impressionanti, arrivando ad essere l’attività dichiarata altamente più redditizia dalle mafie che continuano ad incrementare traffici illegali in tutto il mondo. Secondo la direzione generale alla lotta alle contraffazioni presso il Ministero dello Sviluppo economico in Italia, attualmente il danno dovuto alla contraffazione alimentare nel mondo è stimato a circa 1.700 miliardi di dollari, un dato impressionante che fa ben comprendere la gravità della situazione.

Luca Barbareschi