Note di regia di "Grand Hotel"
Il mio Grand Hotel è teatro di forti passioni, di intrighi e di mistero. È un melò moderno e un noir. La sfida stava proprio nella congiunzione di questi due generi.
Dovevo raccontare una storia d’amore e tutte le forze che le impediscono di essere vissuta. Dovevo riuscire a restuire la bellezza e la fastosità del mondo spensierato dei villeggianti di un grande albergo circondato dalle meravigliose cime delle Alpi orientali. Allo stesso tempo di quell’albergo dovevo rivelare il lato fosco, ambiguo e oscuro, con protagonisti governati dalle passioni, assettati di potere e di ricchezza; addirittura, forse, assassini!
Pietro e Adele sono due giovani ventenni che non riescono a vivere pienamente la loro giovinezza perché hanno un debito col recente passato dal quale non riescono a liberarsi. Pietro - povero, istintivo, passionale e coraggioso - arriva al Grand Hotel in cerca della sorella di cui non ha piu notizie da qualche tempo: in perfetto meccanismo noir diventa il nostro cercatore di verità. Adele - ricca e destinata a vivere una vita da donna moderna nella Vienna di inizio secolo - è bloccata dalla prematura scomparsa di suo padre, suo sostenitore nella ancor difficile via dell’emancipazione femminile. Adele è l’eroina braccata che deve venire a patti con un mondo che le è diventato incomprensibile. Deve scegliere se vivere la sua vita e il suo amore per Pietro ovunque li porti o restare al Grand Hotel e cercare di capire che cosa lo abbia rovinato.
Eugenio e Valentina sono perfetti interpreti di questi due personaggi, archetipi del melò e del noir. Eugenio è bello e semplice, appassionato e dolce. Spinti dal suo sguardo puro e dalla sua forza, lo seguiamo curiosi dentro questo mondo di luci e oscurità. Valentina è una giovane donna bella e intelligente. Logica, impertinente, romantica. Amante della bellezza interpreta con raffinata eleganza il ruolo di Adele. Sono rimasto sorpreso dalle loro qualità, come sono rimasto sorpreso dalle qualità di tutto il cast di cui vado particolarmente fiero. La maggior parte di loro non ha trent’anni e ha vissuto con nuova professionalità il mestiere dell’attore. Sono portatori di una energia diretta e incontaminata, che si chiama ancora determinazione. La stessa determinazione di cui avevo bisogno per raccontare i personaggi che nel micro mondo del Grand Hotel vogliono emergere per diventare quello che sognano.
La luce brillante o evocativa di oscurità di Giovanni Galasso restituisce eleganza e forza. Ma soprattutto verità: e la verosimiglianza nei meccanismi d’orologeria del giallo non è un valore facilmente raggiungibile. Il nostro Grand Hotel è, nei suoi interni, completamente e sapientemente ricostruito da Massimo Santomarco e arredato con gusto da Livia Del Priore. A Eva Cohen devo l’amore e la cura, giorno dopo giorno, dei tanti personaggi e delle centinaia di comparse. Ringrazio Marco Garavaglia per il “solito” montaggio sensibile, attento e creativo, e per la instancabile volontà di far bene. Come ringrazio Nicola Tescari della bellissima, ma davvero bellissima, colonna sonora, impreziosita anche di una canzone struggente di Nadeah. E infine ringrazio Cattleya e la Rai di avermi dato la possibilità di divertirmi nella grandiosa fatica dell’impresa.
Luca Ribuoli