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NAPOLI FILM FESTIVAL XVII - I documentari in concorso


Venti documentari nella sezione Schermo Napoli Doc, la principale vetrina delle produzioni campane dell'anno.


NAPOLI FILM FESTIVAL XVII - I documentari in concorso
Sono venti i documentari in concorso nella sezione Schermo Napoli Doc della diciassettesima edizione del Napoli film Festival, in programma al Palazzo delle Arti dal 28 settembre al 3 ottobre 2015. Opere, che ci faranno conoscere aspetti e storie inedit, tra queste anche opere prime di alcuni degli studenti del centro di formazione FILMaP.

Questo l'elenco delle opere selezionate:

668 di Caterina Biasiucci (Ita, 11', 2014)
“668” è una sensazione. Un viaggio nel viaggio stesso. È una storia quotidiana che può essere esplorata da punti di vista diversi. È un treno di provincia con sole due carrozze, e lo vediamo dall’esterno solo con le riprese del modellino che lo riproduce e che, alternandosi alle riprese dell’interno del treno, cerca di dare una dimensione quasi visionaria al viaggio. Per i giovani di quei luoghi quel piccolo treno porta verso il sogno metropolitano, il nuovo e l’ignoto.

Cella Zero di Salvatore Esposito (Ita, 2014, 12')
La “Cella Zero” è una stanza vuota, dove, secondo il racconto di chi ci è stato, i detenuti del carcere di Napoli erano portati per essere picchiati da alcuni agenti di polizia penitenziaria. In qualche caso, forse, anche a morte. Per la prima volta gli ex detenuti decidono di raccontare pubblicamente la loro personale esperienza delle violenze subite nel penitenziario. Federico Perna è morto nel carcere napoletano l'8 novembre del 2013. Per una ischemia, secondo l'autopsia. Ma sua madre, Nobila, non si rassegna. Sul corpo del trentaquattrenne erano infatti evidenti i segni di percosse.

Costa D'Angolo di Elisa Flaminia Inno (Ita, 22', 2014)
Durante l’epoca della Repubblica di Amalfi, Maiori era il cuore del commercio marittimo. L’ampia baia proliferava di orti e giardini e l’economia si basava prevalentemente sull’agricoltura. Nel 1954 una terribile alluvione distrusse il paese e la ricostruzione ne ha cambiato la fisionomia. Insieme alla vita rurale i maioresi perdevano la propria memoria, ma alcuni ancora la conservano forse per l’ultima generazione. Un viaggio tra la terra e il mare della costiera amalfitana, una finestra sul presente che apre ad un passato ricco di cultura e memorie ancora in vita.

Costellazioni di Luigi Cuomo (Ita, 46', 2015)
“Costellazioni” osserva tre artisti circensi fuori dai riflettori. L'ex acrobata, Renè Rodogell, ormai esperto allenatore di giovani acrobati, il domatore di leoni, Denny Montico e la cavallerizza, Yvette De Rocchi sono i protagonisti di questa storia ambientata tra le roulotte e il tendone del circo. Tre stelle di un'unica costellazione che continuamente si muovono in giro per il mondo, si intrecciano, si soffermano per poi ripartire lasciando dietro di sé una scia luminosa.

Crescere di Bellezza di Marinella Ioime (Ita, 19', 2015)
Il filmato documenta l’attività dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli di Napoli, composta da trentasette bambini e ragazzi tra gli otto e i dodici anni che, senza alcun onere economico e senza alcuna preparazione pregressa o selezione attitudinale, si sono riuniti nell’estate del 2014 formando un gruppo di lavoro.

Fondaco di Luigi Palumbo e Giuseppe De Stefano (Ita, 20', 2014)
Viaggio nel fondaco, elemento urbanistico che a Napoli diventa metafora di un tempo cristallizzato. Passando dal racconto di una famiglia dalla tradizione centenaria alla quotidiana precarietà dei migranti, il fondaco diventa un fil rouge di un racconto che imbattendosi nelle miserie ereditate dal passato smette di raccontare sé stesso e tenta di svelare l’illusione del futuro.

I'm festival di Alessio Perisano e Mario Vezza (Ita, 20', 2014)
Mardin, Turchia. Ibrahim è un bambino che lavora nel piccolo bar di suo nonno e come ogni anno aspetta di rincorrere gli artisti che faranno esplodere le strade di colori, suoni e di spettacoli straordinari. Un semplice gioco segnerà l’ amicizia tra Ibrahim e Umut, un divertente clown dal naso rosso, egli imparerà che, il gioco e la festa se condivisa con gli amici sarà ancora più divertente.

La parte che resta di Cristiano Regina (Ita, 60', 2015)
Modena, quartiere San Cataldo. Tra il cimitero e i binari ferroviari sorge il centro di accoglienza Caritas Porta Aperta. Agli ospiti del dormitorio è offerto vitto completo, la durata media della permanenza di sei mesi. Ciascuno degli utenti presta la propria opera volontariamente in cambio di accoglienza. Una piccola comunità con divisione dei compiti in cui il tentativo di ogni giorno è ridefinirsi attraverso una nuova identità, per non lasciarsi andare. La struttura diviene così luogo sospeso nel tempo e nello spazio, e le vicende umane metafore di un presente vicino e sotterraneo.

Lo devo ricordare di Eduardo Di Pietro (Ita, 16', 2014, 16')
Giordana è un ospite speciale del Dormitorio Pubblico di Napoli: essendo convalescente per un intervento all’occhio, fruisce del permesso di trattenersi all’interno della struttura anche tra le 8.30 e le 14.30, gli orari in cui tutti sono obbligati a uscire dal regolamento. Durante queste giornate, si divide tra i suoi cruciverba e la televisione, in una profonda e ripetuta solitudine. La domenica offre tuttavia un’occasione di svago anche per lei, grazie alla festosità del centro storico e a un animo giocoso che presto rivela non aver mai dimenticato.

Mario Pagliaro design di Stefano Aletto (Ita, 41', 2015, 41')
Il documentario racconta Mario Pagliaro, un giovane designer nato a Napoli, città del sud d’Italia dove attualmente vive e lavora. Al di là di delimitazioni di stile e geografia, Mario è un autore, un ricercatore della forma.

Napoletani a Barcelona di Marco Rossano (Ita\Spa, 66', 2014, 66')
Chiara è una tifosa del Napoli, Matteo un ricercatore, Alex un pizzaiolo mentre Diego è proprietario di ristorante. Sergio è un attore così come Stefania e Daniela. Sandra architetto, Emanuele farmacista e Marcello ha una società di comunicazione. Cosa unisce queste e tante altre persone? Sono napoletani e vivono a Barcellona. Si raccontano i sogni, le speranze, i successi e gli insuccessi, gli aspetti positivi e quelli negativi che si incrociano quando si sceglie di vivere in un paese straniero.

Normale #lavita di Giuseppe Alessio Nuzzo (Ita, 15', 2014)
Federica Paganelli è una giovane ragazza di 20 anni affetta da una rara e poco conosciuta patologia, l’Atrofia muscolare spinale o morbo di Werdnig-Hoffmann. Ho deciso di raccontare questa storia per mostrare la sua forza di vita; Federica esce, lavora, fa volontariato nonostante sia l'unica ragazza al mondo a convivere a 20 anni con questa malattia che provoca la morte degli affetti dopo due anni di vita.

Please di Gaetano Ippolito (Ita, 45', 2015)
Giuseppe ascolta alla radio un prete che cerca missionari per l’Africa. Quel giorno la sua vita cambia per sempre. Lascia tutto a Milano per trasferirsi in Tanzania. Oggi è missionario laico da quasi dieci anni. Questa è la storia di un uomo che nella sua missione cerca di trovare un senso alla propria esistenza. Riuscirà a trovare le risposte alle sue domande esistenziali?

Primitivamente di Giuseppe Alessio Nuzzo (Ita, 35', 2015)
Prendendo spunto dalle suggestioni bucoliche evocate nell'omonima poesia di Raffaele Viviani, “Primitivamente” è un viaggio nel presente e nel passato di Acerra, città in provincia di Napoli, per raccontare e superare le etichette di “terra dei fuochi” e “triangolo della morte”.

Senilis di Carlo Manzo e Francesco Romano (Ita, 22', 2014)
L'esistenza di una famiglia di anziani, in una cittadina di provincia, è scandita dai soliti rituali. La fede, il fuoco e la “terra” uniscono indissolubilmente tutti i componenti del nucleo che insieme si preparano all'ultimo viaggio, cercando però di vivere intensamente il presente.

Spose, alieni e santi di Irene Ammaturo (Ita, 20', 2015)
Michele, Alessia, Anna, Carlo: i quattro episodi che compongono il film ci raccontano la vita, i sogni infranti e quelli ancora da realizzare dei ragazzi della periferia napoletana. Il documentario è l’esito di un laboratorio di quattro mesi svolto con la classe IV CT dell’IS Archimede di Ponticelli. Le storie autobiografiche, le condensazioni simboliche dei racconti personali, l’osservazione e l’interazione con il reale hanno dato vita agli episodi, in un percorso alla ricerca della propria identità e alla scoperta della forza del cinema documentario.

Stay di Giovanni Sorrentino (Ita, 19', 2014)
Nella periferia est di Napoli, a San Giovanni a Teduccio, il mare non lo vedi, è nascosto dietro chilometri di palazzi. Per arrivarci devi percorrere una strada che si inerpica tra le carcasse delle vecchie fabbriche dismesse della vecchia area industriale. Se lo si fa, si raggiunge Vigliena, una spiaggia a ridosso della centrale termoelettrica dove non si potrebbe accedere, in quanto area demaniale interdetta in cui è vietata la pesca. Tre ex contrabbandieri trascorrono il loro tempo in questo posto. Stanno costruendo una barca come ratti sorridenti, incuranti dopo l’apocalisse.
Tempo Pieno di Lorenzo Cioffi (Ita, 52', 2015)
"Tempo Pieno" testimonia di un’esperienza “stra-ordinaria” di scuola pubblica. Il documentario racconta di una pedagogia costantemente in ricerca, di un lavoro - quello della maestra - vissuto come un modo di vivere, di una classe fatta di persone che crescono.

Titta di Lea Dicursi (Ita, 23', 2014)
Titta è una delle cuoche del Chikù, un ristorante italo-rom in cui lavorano otto donne di Scampia. Vive nello stesso palazzo dove, come tante famiglie di Napoli, si è trasferita da ragazza dopo il terremoto del 1980. Titta si apre e si racconta come donna e come madre e ripercorrendo la sua storia, restituisce il ritratto di un quartiere: abbandonato e desolato degli anni ‘90, soffocato dallo spaccio gestito dalla camorra nei primi anni 2000.

Totò Memories - Il Museo del Principe Atteso da Vent'anni di Carlo Maria Alfarano (Ita, 68', 2015)
“Totò Memories - Il Museo del Principe atteso da vent'anni” è un documentario inchiesta sull'assenza di un ricordo tangibile dedicato a Totò nella città di Napoli. Sebbene parliamo di uno dei massimi rappresentanti della comicità napoletana, quel genere di icona che rivive nei gesti e nelle battute del popolo napoletano, - che esprime la propria devozione con gigantografie e locandine affisse in ogni angolo della città - non esiste a Napoli un luogo fisico che lo commemori.

06/09/2015, 11:02

Simone Pinchiorri