Allo Spazio Alfieri di Firenza la prima
toscana de “L’Ultima Orazione”
Ha già vinto tanti premi ai principali festival di cinema in Italia; è girato in Toscana; c’è un attore internazionale noto al grande pubblico per aver interpretato il sarto in Gomorra di Matteo Garrone. E’ ironico sulla vita e sulla morte, una commedia nera che strizza l’occhio a quella “all’italiana”. E’ il corto “L’ultima orazione” del regista fiorentino Gustav Baldassini, esordio alla regia, che sarà proiettato per la prima volta in Toscana, giovedì 22 settembre, allo Spazio Alfieri di Firenze (ore 20,30, ingresso 2 euro). Presente alla proiezione il regista Baldassini e l’attore protagonista Salvatore Cantalupo.
Il corto si è aggiudicato il premio come miglior corto e del pubblico al Milano International Film Festival, il premio come miglior corto italiano al Salento International short festival e una menzione speciale al Fano International film festival.
Al centro della trama, l’idea di un’agenzia di pompe funebri per un nuovo e rivoluzionario servizio: alterare e migliorare quanto più possibile il ricordo che la persona scomparsa lascia di sé. Con l’aiuto dei suoi collaboratori, il titolare Giorgio Priscoli (interpretato da Salvatore Cantalupo), trasforma vite normali di uomini e donne ordinari in esistenze brillanti o perfino avventurose, e la manipolazione della memoria diventa gioia collettiva e approvazione. Niente è definitivo, nemmeno la morte: nell’atto finale del funerale, durante lo spettacolo di chiusura della vita, viene recitata l’ultima orazione e chi muore ha la possibilità di rinascere nel modo che preferisce, fino a diventare spia, filantropo o eroe. Non è mai detta l'ultima parola!
“Mi è sempre piaciuta l’idea che in tante situazioni, vuoi una cena, vuoi uno spettacolo ma anche un comizio o addirittura un film – racconta il regista – il finale costituisse un elemento fondamentale. Un gran finale è necessario per mantenere un ricordo positivo, e quale migliore chiusa del fine vitae? Al momento del funerale si gioca buona parte del ricordo che i vivi avranno dei morti, ed è dall’enfatizzazione di questo rito e da una riflessione su una società sempre più attenta all’apparenza che è nato il nucleo centrale de “L’ultima orazione”. Ho deciso di giocare con la messa in scena dei funerali, spaziare nel concetto di memoria, e aggiungerci un po’ di cinico assurdo ricordandomi della tradizione, soprattutto meridionale, delle “piagnone”, ma anche guardando le nuove tendenze della società individualista, particolarmente in Giappone, dove ormai si affittano compagni, amici e comparse per il matrimonio. E perché non per il funerale allora?”
Il film è prodotto da Rio Film e sostenuto dal Fondo Incoming di Toscana Film Commission.
21/09/2016, 17:55