SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERCLASS - Ecco il II capitolo
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Smetto quando voglio Masterclass" è divertente, ma non divertente come l’originale. Al nuovo manca la freschezza del primo film diretto da
Sydney Sibilia, uscito nel 2014, con la banda dei ricercatori e professori dello spaccio che sembra tornare sulle stesse dinamiche malgrado il salto dall’altra parte della barriera. Per salvarsi dal carcere per i reti commessi nel primo film, infatti, la banda capitanata da Pietro Zinni,
Edoardo Leo, è costretta a tornare in azione e a collaborare con la polizia per sgominare tutti i produttori di Smart Drugs, le droghe sintetiche sconosciute alle forze dell’ordine e dunque ancora legali.
I personaggi sono sempre simpatici, a parte le due donne interpretate da
Greta Scarano e Valeria Solarino, messe nell’angolo dalla sceneggiatura in ruoli stereotipati (la poliziotta arrivista e poco sincera e la futura mamma rompiscatole) e non del tutto sviluppati in un contesto che poteva dare discrete possibilità e ruoli a più attrici.
Simpatici dunque e molto simili a se stessi del primo film, privi però di quella ingenuità che li rendeva affascinanti e coinvolti in un meccanismo da action-movie, che fa sorridere ma dove spesso sembrano non essere a loro agio.
Un po’ lunghi e reiterati i dialoghi e le scene in cui si incontrano Pietro e la sua donna incinta, Giulia; lui sempre impegnato a trovare scuse per le sue complicate avventure, lei sempre contraddittoria e maestra nel redarguire.
Niente male le scene d’azione per un film italiano, volontariamente caricate di dialoghi e battute che forse appesantiscono un po’ il viaggio. Fanno sorridere, ci ricordano la simpatia dei nostri eroi ricercatori e le loro specializzazioni, ma sembrano eccessivamente ripetitivi.
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Smetto quando voglio Masterclass", è una buona operazione produttiva ma forse nella sceneggiatura, scritta da
Sydney Sibilia, Francesca Manieri e Luigi Di Capua, si poteva insistere meno sui personaggi e le loro caratteristiche, sviluppando qualcosa di nuovo e più graffiante (almeno al livello del primo) nella storia. E una domanda che molti si sono posti: se la Smart drug più importante trattata è ancora legale (poiché la formula non è nota e inserita tra quelle vietate) perché il gruppo viene condannato per la produzione e lo spaccio?
Aspettiamo il terzo capitolo,
Smetto quando voglio Honoris Causa, in arrivo tra qualche mese, per avere un quadro più completo e per rivedere al rialzo un giudizio che per ora arriva alla sufficienza.
24/01/2017, 18:18
Stefano Amadio