Note di regia di "Alzheimer in Love"
Alzheimer in love entra nell’intimità dei personaggi, con cautela, per raccontare le loro storie. I pazienti di Villa Grazia rimangono sempre per un breve periodo in clinica. Raccontarli significa quindi avere un tempo limitato per le riprese ma anche un quadro naturale che aiuta a costruire la struttura narrativa. Filmare a porte chiuse, in corridoi illuminati dai neon, in una sala comune dove tutti i giorni si somigliano, dà un sentimento di claustrofobia che ho deciso di sottolineare. In un secondo tempo, per i protagonisti la clinica non fa parte ne di uno spazio tempo ne di uno spazio geografico. Le giornate sono ritmate dai racconti delle loro vite, a casa loro. Queste evocazioni si materializzano nel finale del film. Il ritorno a casa dei protagonisti è dunque un ritorno ad una vita, la loro prima dell’Alzheimer. Per una scelta semantica, ho deciso di girare in super 8 per tornare in questi luoghi che oggi, per loro, sono privi di senso.
Marie Nurra