LA RAGAZZA NELLA NEBBIA - Se il male è in ognuno di noi
È un esperimento riuscito "
La Ragazza nella Nebbia". Un film diverso, un thriller con degli attori di alto livello, da
Toni Servillo alla guest star francese
Jean Reno (che recita in italiano) fino ad
Alessio Boni e
Lorenzo Richelmy, ma anche le attirci
Lucrezia Guidone, Micaela Cescon e Galatea Ranzi.
Ma la cosa importante del film è la scrittura che arriva dritta dal romanzo. Anzi, una storia ricca di un passaggio in più, cioè la sceneggiatura ha dato vita al romanzo che ha poi, grazie al successo internazionale, fatto partire il film. E
Donato Carrisi ha messo del buono nello script e nella regia d’esordio, voluta dal produttore di Colorado
Maurizio Totti che ha provato a scommettere sullo stesso scrittore per trasferire il prodotto sullo schermo.
Una storia classica, una quindicenne scomparsa, un poliziotto, dei sospetti e uno psichiatra che darà una mano allo spettatore per la soluzione del caso. L’intreccio è interessante e articolato anche se la linea del film corre su un’unica rotaia. Nel paesino di montagna, ormai lontano dai fasti del turismo, arriva il fatto di cronaca e con questo le tv, i fotografi, i giornali. Sotto ai loro riflettori si mettono in molti; ne beneficiano i cittadini ma anche chi è disposto a pagare un conto salato adesso pur di ottenere un tornaconto futuro. E qui i dubbi sulle persone cominciano a crescere, come cominciano a cambiare i caratteri dei personaggi che non sono più quelli dell’inizio.
Un film italiano che funziona, scritto e girato con gusto e capacità ma soprattutto senza pensare che gli stereotipi del nostro cinema siano intoccabili. Il pubblico è poco, pochissimo ma se il motivo fosse che vuole altro?
"
La Ragazza nella Nebbia" potrebbe essere un ottimo test per valutare il vero stato di salute della nostra cinematografia.
24/10/2017, 18:21
Stefano Amadio