Note di regia di "Appena un Minuto"
Appena un Minuto è una commedia familiare, che parla del ruolo della tecnologia, di come può cambiare la nostra vita nel bene e nel male, di come possa influenzare le nostre scelte e di come i nostri affetti siano la cosa più importante. Al centro del film c’è un elemento “magico”: Claudio, il protagonista, un uomo di 50 mai cresciuto, acquista uno smartphone con un’applicazione particolare che fa tornare indietro nel tempo di un minuto. Questo è un patto che si fa con il pubblico, un elemento fantastico in una storia molto reale, una scelta di racconto tipica di film anni ‘80, una favola che grazie alla comicità possa parlare allo spettatore per farlo immedesimare e appassionare ai personaggi, chiaramente facendo scattare la risata. Cosa può cambiare nella nostra vita la possibilità di tornare indietro nel tempo di 60 secondi? Claudio cercherà prima di usare l’applicazione per scopi personali ma futili, fino a capire che la cosa più importante è la famiglia. Molte sono le gag presenti nel film, molti i momenti di divertimento e leggerezza, senza però mai dimenticare l’anima del racconto, una leggerezza che possa portare un piccolo ma importante messaggio sul farcela da soli: cambiare la nostra vita in meglio costa fatica, ma solo noi siamo
artefici del nostro destino. Tra i protagonisti, oltre a Claudio (Max Giusti), ci sono i suoi genitori separati, completamente diversi, la mamma (Loretta Goggi) tenera e con la voglia di innamorarsi di nuovo,
il padre (Massimo Wertmüller) cinico e scorretto. L’ex moglie di Claudio e il suo nuovo compagno (Susy Laude e Dino Abbrescia) gestiscono una palestra di zumba, eccentrici e sempre pronti a sottolineare l’inadeguatezza del protagonista bambinone. I figli (Carolina Signore e Francesco Mura) adolescenti con i loro problemi di cuore e la voglia di essere dei trapper di successo. In particolare il figlio adolescente parla nello stile della Dark Polo Gang, gruppo di musica trap romana dal linguaggio esilarante. Questo è sicuramente il primo film in Italia che esplora questo fenomeno musicale molto popolare tra i giovanissimi, cercando di dare una fotografia divertente dei gusti dei ragazzi.
Ci sono poi gli amici del bar, Ascanio (Paolo Calabresi) che cambia lavoro ogni settimana, simbolo di un precariato moderno e di un barcamenarsi tipico degli italiani e il barista (Herbert Ballerina), con le sue battute surreali e la lotta per farsi pagare i caffè.
Il film vuole essere una tipica commedia italiana, con la sua contemporaneità linguistica e di stile, con uno sguardo al passato per citare i classici del nostro Cinema. La regia è al servizio della risata, sempre attenta ai dettagli e alla messa in scena, scegliendo un punto di vista che aiuti, anche nei momenti più sensibili, a far sentire lo spettatore dentro la storia.
La fotografia è di Massimo Schiavon, la produzione esecutiva di Enrico Venti per Lotus Production.
Francesco Mandelli